Le aziende private possono assegnare in liberalità ai propri dipendenti buoni benzina che, per il solo anno 2022, non concorrono - per l’ammontare di 200 euro per dipendente - alla formazione del reddito di lavoro. Lo ha previsto il decreto Ucraina (D.L. n. 21/2022), tra le altre misure urgenti per contrastare gli effetti economici e, in particolare, per fronteggiare l’aumento dei prezzi dell’energia e dei combustibili. Il costo dei buoni benzina o analoghi titoli è inoltre deducibile dal reddito d’impresa.
I vantaggi per le imprese e lavoratori
L’iniziativa aziendale può essere adottata dal datore di lavoro volontariamente (o, qualora venisse previsto, in ottemperanza a disposizioni di contratto, accordo o regolamento aziendale). Le opere e i servizi in parola non concorrono alla formazione del reddito di lavoro dipendente e sono deducibili dal reddito d’impresa. L’agevolazione si applica limitatamente all’anno d’imposta 2022, assumendo a tal fine rilevanza la data in cui i buoni verranno attribuiti, anche in formato elettronico, ai dipendenti, a prescindere da quando saranno materialmente utilizzati dai beneficiari.
L’erogazione dei buoni deve avvenire, quindi, entro il 31 dicembre 2022.
Poiché tale disposizione è di natura speciale ed eccezionale, il valore dei buoni benzina o analoghi titoli ceduti a titolo gratuito da aziende private ai lavoratori dipendenti, ai fini della non concorrenza al reddito di lavoro dipendente, si aggiunge al limite massimo di 258,23 euro, previsto dall’art. 51, comma 3 e, quindi, per l’anno 2022, il lavoratore può beneficiare di beni e servizi ceduti gratuitamente dall’impresa per un limite massimo di 258,23 euro, al quale si aggiunge quello, massimo, di 200 euro che può essere costituito esclusivamente da buoni benzina o analoghi titoli.
Il costo dei buoni benzina o analoghi titoli è deducibile dal reddito d’impresa ai sensi dell’art. 95, comma 1, TUIR (“Le spese per prestazioni di lavoro dipendente deducibili nella determinazione del reddito comprendono anche quelle sostenute in denaro o in natura a titolo di liberalità a favore dei lavoratori, salvo il disposto dell'articolo 100, comma 1”. Il comma 1 dell’art. 100 fa riferimento alle spese relative ad opere o servizi utilizzabili dalla generalità dei dipendenti o categorie di dipendenti volontariamente sostenute per specifiche finalità di educazione, istruzione, ricreazione, assistenza sociale e sanitaria o culto, e non riguarda, quindi, la fattispecie in esame).
Calcolo del risparmio
Sotto il profilo fiscale, le questioni attinenti alle opere e ai servizi offerti ai dipendenti rilevano sia ai fini della determinazione del reddito d’impresa sia per la determinazione del reddito di lavoro dipendente.
Vediamo un esempio
Una società, nel 2022, offre ai propri 15 dipendenti buoni benzina per 200 euro.
Il costo che l’impresa sostiene è pari a 3.000 euro.
Il costo è deducibile per l’azienda e non concorre alla formazione del reddito del dipendente.
Per l’azienda la deducibilità IRES è pari al 24% del costo totale mentre per il dipendente non si verificano effetti reddituali.
Risparmio IRES impresa
Per l’impresa, il costo costituisce spesa deducibile dal reddito d’impresa. In termini d’imposta, il risparmio è pari al 24% dell’onere: 3.000 x 24% = 720
Dipendente
Il dipendente non ha alcun aggravio fiscale, pur se risulta incrementato il proprio reddito di lavoro. Ipotizzando una aliquota massima di tassazione del 35% (redditi da 28.000 a 50.000 euro) il minor aggravio virtuale sarebbe pari a 70 euro per ogni dipendente (200 x 35%).
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