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PROROGA DEI CONTRATTI A TERMINE E DI APPRENDISTATO

La conversione in Legge del “Decreto Rilancio” introduce una proroga automatica dei contratti a termine, che rischia di complicare la vita delle imprese. Vediamo in cosa consiste

mercoledì 05 agosto 2020

All’articolo 93 del DL “Rilancio” è stato aggiunto, in sede di conversione in legge, il comma 1-bis, che prevede:

  • la proroga dei contratti di apprendistato per la qualifica e il diploma professionale e i contratti di apprendistato di alta formazione o di ricerca (per l’apprendistato professionalizzante una previsione analoga è comunque già contenuta nell’art. 2, comma 4 del D.Lgs n. 148/2015);
  • la proroga dei contratti a tempo determinato (anche in somministrazione), per una durata pari al periodo di sospensione dell’attività lavorativa in ragione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19.

Per effetto di tale nuova disposizione viene introdotta una “proroga obbligatoria”, per cui il periodo formativo nell’ipotesi dell’apprendistato e la durata finale dei contratti a termine, anche in somministrazione, sono prorogati per un periodo uguale a quello di sospensione della prestazione dovuta all’emergenza da Coronavirus (periodo non lavorato per ricorso ai trattamenti di integrazione salariale), con conseguente necessità, da parte del datore di lavoro, di quantificare tale periodo ai fini della nuova scadenza del contratto.

A livello operativo si intravedono criticità rilevanti. In particolare tale provvedimento influenza vari aspetti del rapporto a tempo determinato: durata massima, cessazione dell’esigenza temporanea da parte del datore di lavoro di assunzione del lavoratore in sostituzione o per stagionalità, eventuale acquisizione del diritto di precedenza, computo dei contratti a termine ai fini di altri istituti, etc).

Inoltre, nell’ipotesi di ricorso a lavoratori somministrati, si evidenzia l’eventualità che, per effetto di tale proroga, si renda necessaria la sottoscrizione di un nuovo contratto commerciale tra l’impresa utilizzatrice e l’agenzia.
Confcommercio, che ha espresso da subito la propria contrarietà a questa disposizione, chiede ora al Governo, ai fini di una corretta applicazione della disposizione, che vengano forniti opportuni e tempestivi chiarimenti.

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