I videoterminali (VDT) sono uno strumento essenziale in quasi tutti gli ambienti lavorativi, ancora più diffuso oggi a causa delle conseguenze dell’emergenza COVID-19 e della sviluppo delle attività lavorative in smart working.
Il lavoro al videoterminale presenta diversi rischi per la salute dei lavoratori, ad esempio in relazione ai possibili disturbi muscoloscheletrici, problemi posturali, legati a schermi, software, luce, microclima, ...
A ricordare questi rischi è la banca dati correlata alla campagna 2020-2022 dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA) “Ambienti di lavoro sani e sicuri. Alleggeriamo il carico!”, una risorsa che presenta diversi strumenti pratici, documenti orientativi e buone prassi utili per accrescere la consapevolezza e la prevenzione in merito ai disturbi muscoloscheletrici lavoro-correlati e al loro impatto su persone, imprese e società.
La banca dati europea rimanda ad uno spazio web dell’INAIL, che si sofferma sul lavoro al videoterminale, in particolare con riferimento all’utilizzo sicuro del VDT e alla postazione al videoterminale.
Vediamo di seguito alcune indicazioni su come migliorare la postazione di lavoro.
L’ergonomia e la postazione al videoterminale. Per quanto riguarda gli aspetti posturali connessi al lavoro al videoterminale è stata individuata una correlazione tra gli aspetti ergonomici della postazione di lavoro e alcuni disturbi muscolo scheletrici (mal di schiena, sindrome del tunnel carpale, ...).
Perché la postazione di lavoro non comporti rischi per l’operatore, essa deve essere progettata in modo da evitare sia i rischi per il sistema muscoloscheletrico, sia i rischi per la vista.
È necessario adattare le diverse componenti della postazione di lavoro alle caratteristiche dell’operatore (ad esempio sedili e piani di lavoro regolabili).
Inoltre, bisogna scegliere componenti con caratteristiche tali da ridurre i diversi rischi o condizioni di fastidio (ad esempio: sedute con base a 5 razze per evitare il ribaltamento, sedute con superfici morbide e traspiranti, arredi senza spigoli o angoli vivi).
In ogni caso, partendo da una adeguata progettazione della postazione e da un’idonea scelta degli arredi, è fondamentale che l’operatore mantenga una postura corretta durante il lavoro, per non rendere inefficaci anche il progetto con le migliori caratteristiche.
Lavoro al videoterminale: la posizione dei piedi, della schiena e delle braccia. Per favorire una postura corretta, che non causi traumi al sistema muscoloscheletrico e che non comporti un eccessivo affaticamento della vista, il D.Lgs. 81/08 e la normativa tecnica forniscono utili indicazioni.
Ad esempio, per quanto riguarda la posizione della schiena e delle braccia l’operatore seduto al piano di lavoro deve poter mantenere la schiena diritta, sorretta da un adeguato appoggio lombare, le braccia devono essere verticali, senza che vi sia la necessità di tenere le spalle sollevate, gli avambracci devono poter restare orizzontali, paralleli al piano di lavoro, appoggiandosi su questo o sui braccioli e la tastiera deve essere abbastanza ampia da non costringere a piegare i polsi lateralmente; nel caso di uso del mouse, deve esserci la possibilità di un appoggio dell’avambraccio, evitando in ogni caso l’appoggio forzato sul polso.
Inoltre, il sedile deve essere regolato in modo che sia sostenuto il tratto lombare, che deve formare un angolo con la seduta di 90-100°. Al di sotto del piano di lavoro i piedi devono avere uno stabile appoggio, eventualmente grazie all’uso di un poggiapiedi regolabile, mantenendo un angolo di 90 gradi alla caviglia, e le ginocchia devono formare un angolo di 90° tra cosce e gambe. Comunque al di sotto del piano deve esserci sufficiente spazio perché durante il lavoro sia possibile cambiare posizione, distendere le gambe, muovere le caviglie, ecc.
Inoltre, per aiutare la circolazione sanguigna sono opportuni frequenti cambiamenti di posizione.
Lavoro al videoterminale: le condizioni ottimali del piano di lavoro e del sedile. In generale, il piano di lavoro deve essere di ampiezza tale da poter disporre convenientemente tutti gli strumenti necessari all’attività, consentendo la necessaria libertà di movimento per utilizzarli agevolmente, e permettere l’appoggio delle mani e delle braccia. Il piano di lavoro deve essere stabile, in grado di sostenere tutto il materiale d’uso e non deve avere spigoli vivi, ma arrotondati.
Per quanto riguarda l’altezza, deve essere tale da permettere che l’operatore mantenga la schiena diritta e le braccia possano essere verticali, con gli avambracci paralleli al piano stesso, eventualmente appoggiati sul piano.
Il sedile di lavoro è fondamentale perché la postura assunta durante il lavoro sia corretta; deve fornire un supporto stabile, ma deve anche permettere i cambiamenti di posizione (non devono esserci posizioni obbligate); inoltre deve avere caratteristiche che ne rendano confortevole l’uso.
Secondo le indicazioni del DLgs 81/08, il sedile deve essere di altezza regolabile, con gli spazi della seduta adattabile all’utilizzatore (quindi profondità della seduta e larghezza e altezza dei braccioli), avere un supporto lombare con altezza e inclinazione regolabili, avere superfici con bordi smussati, essere girevole per facilitare i cambi di posizione senza dover ruotare la colonna vertebrale ed essere facile da spostare.
Seduta e schienale devono essere in materiale traspirante, e tutto deve essere di facile pulizia.
Altre indicazioni relative al sedile riguardano la resistenza allo scivolamento della seduta (non deve essere possibile scivolarne fuori involontariamente); la presenza di una base a 5 razze antiribaltamento e di rotelle per facilitare gli spostamenti.
La sedia non deve potersi spostare accidentalmente, o quando non è occupata: le caratteristiche di attrito delle rotelle vanno valutate a seconda delle caratteristiche del pavimento.
I braccioli devono essere regolabili, e soprattutto non devono essere un ostacolo alla vicinanza con il piano di lavoro (devono permettere che la sedia entri sotto il piano di lavoro).
Tutti i dispositivi e i materiali necessari all’attività (tastiera, mouse, schermo, fogli, ecc.) devono poter essere disposti ordinatamente sul piano di lavoro in modo da non renderne difficoltoso l’utilizzo e permettere che venga mantenuta la postura corretta durante l’attività.
Della postazione di lavoro può far parte una lampada da tavolo, per aumentare l’illuminazione nell’area di lavoro: questa non può in ogni caso essere l’unica fonte di luce nell’ambiente, e non deve creare eccessivi contrasti di luminosità rispetto all’ambiente circostante.
La postazione di lavoro deve essere facilmente accessibile, senza il rischio di urti contro gli arredi o inciampi in materiale a terra. Le vie di passaggio e la zona al di sotto del piano di lavoro non devono essere ingombrate da cavi o altro materiale.
Le fotocopiatrici non dovrebbero essere invece posizionate nelle immediate vicinanze di una postazione di lavoro, in quanto sono causa di disturbo da rumore, generano calore e possono rilasciare polveri potenzialmente nocive; inoltre l’utilizzo da parte di molte persone può causare un disturbo a chi lavora nelle postazioni più prossime. La collocazione migliore è in un ambiente dedicato, dove possa essere garantito il ricambio dell’aria.
ATTENZIONE: La notizia è riferita alla data di pubblicazione dell'articolo indicata in alto, sotto il titolo. Le informazioni contenute possono pertanto, nel corso del tempo, subire delle variazioni non riportate in questa pagina, ma in comunicazioni successive o non essere più attuali.