La pandemia ha avuto (al netto di tutti gli aspetti negativi legati all’impatto sull’economia e sulla salute pubblica che tutti conosciamo) un effetto relativamente positivo di cui c’era molto bisogno: l’Italia si è ritrovata digiuna di "digitalizzazione competitiva dell’impresa", nonostante rappresenti il baluardo europeo della digitalizzazione del mondo business (basti a pensare alla fatturazione elettronica, alla PEC, e così via), ed ha cominciato perciò a scoprire l’importanza cardinale della digitalizzazione del business.
Infatti, proprio per quanto riguarda la gestione del proprio modello di business, l’Italia è stata per anni fanalino di coda rispetto al resto del mondo nello sfruttamento delle tecnologie e dei servizi che ci circondano, specialmente quando si parla di micro, piccola e media impresa.
Oggi, ogni cliente e potenziale prospect, siano essi puramente B2C (Business to Consumer) e Retail, o anche B2B (Business to Business), possiede più dispositivi digitali, e passa la maggior parte della sua giornata usando questi strumenti per lavorare, divertirsi, informarsi e molto altro.
Per un’impresa o un professionista non è necessario possedere una propria identità e presenza online; questo era necessario nel 2001. E’ il modello di business che deve oggi essere aggiornato per sfruttare al massimo gli strumenti che grandi realtà Enterprise già sfruttano da molti anni.
La prima sfida, la più complessa, è dunque quella di considerare la rimodellazione del business o di parte di esso, basandosi sui modelli di business digitale che oggi funzionano davvero bene.
Per molte aziende considerare questi modelli di business può sembrare un'astrazione distante dalla propria realtà, tuttavia questo processo scientifico è alla base delle operazioni di ogni azienda che abbia avuto successo sul digitale e non richiede l'abbandono dell'attuale fonte di reddito dell'azienda, bensì un'espansione dei servizi e della portata degli stessi, aggiungendo valore ed interesse per il pubblico digitale di oggi, che ha delle aspettative molto alte. Riuscire a raggiungere questi standard, che riguardano la servitizzazione o meno, rappresenta spesso il primo passo verso il successo o il fallimento di un progetto di digital business.
Solo dopo aver progettato accuratamente il modello di business digitale, ed averlo basato sulla creazione scientifica delle Buyer Personas (concetto che copriremo durante i corsi "Dal Marketing al Performance Marketing digitale" erogato in formazione a distanza e 360 Digital Marketing), si potrà passare alle strategie più adatte per cogliere gli utenti giusti, nel posto giusto, al momento giusto, con l'offerta giusta: dalla Search Engine Optimization all’analisi della domanda e dell’offerta online, fino alla gestione della reputazione ed affidabilità (dove Trustpilot è sicuramente il servizio migliore che domina oggi il mercato aumentando i tassi di conversione fino al +15%). E ancora, dal presidio delle parole chiave di ricerca all’utilizzo dell’analisi dei dati per determinare una strategia vincente, e molte altre tattiche che coinvolgono sia i Social Media, che i motori di ricerca.
Questo si traduce anche nella conoscenza approfondita di argomenti molto noti, come l'acquisizione del traffico tramite gli Annunci sulla rete di ricerca, il mondo di Google Ads e Bing Ads, il mondo della pubblicità sui Social Media (Facebook Meta, Instagram, Twitter, LinkedIn, Pinterest e tanti altri), l'Ottimizzazione per i motori di ricerca, la SEO Massiva, ed in tutte le altre discipline di Marketing Digitale di precisione, che affronteremo nei Corsi preparati esclusivamente per Esac Formazione, e che affrontiamo giornalmente in Fuel LAB.
Pietro Mingotti
Pietro Mingotti
PPC Strategist ed esperto di Search Network e Data Science Specialist, fondatore di FuelLab.
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