Le nuove regole dell’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente), sono entrate in vigore da gennaio scorso (decreto n. 159/2013). Importanti per l’accesso del nucleo familiare alle prestazioni sociali con persone disabili, già in pochi mesi tre sentenze del TAR del Lazio (Tribunale amministrativo regionale) hanno annullato alcune disposizioni.
Per comprendere cosa è stato cambiato con tali sentenze va chiarito subito che, nell’attuale calcolo del nuovo ISEE, non sono cambiate le formule, ma i rilievi del TAR sono riferiti alle voci di reddito e alle spese da considerare.
La situazione reddituale, spese e franchigie
Tra le voci di “reddito” da considerare, diversamente dal passato, la nuova disciplina ha incluso anche i “trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari a qualunque titolo percepiti da amministrazioni pubbliche”; tra le “spese e franchigie” da sottrarre al reddito, a differenza del passato, ha previsto le seguenti franchigie nel caso del nucleo familiare facciano parte:
Il TAR invece, relativamente al “reddito” da considerare, ha ritenuto di annullare tali voci che non vanno più incluse.
Per quanto riguarda le franchigie da 4 mila a 9 mila e 500 euro in base al tipo di disabilità (media, grave, non autosufficiente) e all’età (minorenne o meno), ha rilevato la “disparità” ma non ha stabilito (e non poteva farlo) se si devono applicare a tutti i disabili, sia ai maggiorenni e sia ai minorenni, le misure inferiori o superiori delle franchigie: ciò spetta al legislatore.
Il risultato è lo stallo del nuovo regolamento ISEE, almeno per i nuclei familiari con disabili. Per rimuovere tale blocco è necessario un intervento normativo che recepisca le osservazioni dei giudici o le superi modificando detto nuovo regolamento.
Non c’è stato finora alcun intervento nemmeno a livello di istruzioni amministrative, con il danno di lasciare abbandonati a se stessi i cittadini ed i Caf che operano per loro.
Il Ministero preposto inoltre ha impugnato le sentenze del TAR, appellandosi al Consiglio di Stato e c’è da aspettarsi nuovi sviluppi.
Ma l’aspetto peggiore è il rischio che corrono le famiglie di restare fuori da provvidenze, prestazioni e servizi.
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