La Commissione europea punta alla semplificazione dell’informativa sulla sostenibilità. Con un provvedimento “omnibus” che ora passerà al vaglio del Parlamento Europeo e del Consiglio, si mira infatti a diminuire l’impatto burocratico che gli obblighi di rendicontazione rischiano di causare alle Piccole e Medie Imprese. Non solo, ovviamente, a quelle realtà che rientrano nelle prescrizioni previste (dunque, tra le altre, le aziende con più di 250 dipendenti), ma anche quelle che non hanno in teoria alcun adempimento specifico, ma che, essendo inserite in determinare filiere, rischiano comunque di dover sobbarcarsi impegni onerosi per raccogliere e fornire dati richiesti dalle società più strutturate (dell’obbligo di rendicontazione ne abbiamo parlato QUI).
Riunendo le proposte relative ad ambiti legislativi collegati tra loro, queste prime misure puntano a una semplificazione di vasta portata, in particolare, tra gli altri, nei settori dell'informativa sulla finanza sostenibile e sul dovere di diligenza ai fini della sostenibilità.
Nello specifico, le principali modifiche nel settore dell'informativa sulla sostenibilità (direttiva sulla rendicontazione societaria di sostenibilità CSRD e tassonomia dell'UE) consentiranno, secondo quanto comunicato dalla Commissione, di esonerare circa l'80% delle imprese dall'ambito di applicazione della direttiva, concentrando gli obblighi di informativa sulla sostenibilità sulle imprese di più grandi dimensioni che hanno forti probabilità di avere gli effetti maggiori sulle persone e sull'ambiente. Inoltre si punta a garantire che gli obblighi di informativa sulla sostenibilità per le grandi imprese non si ripercuotano sulle imprese più piccole delle loro catene del valore.
Tra le misure previste si punta anche a posticipare di due anni (fino al 2028) gli obblighi di informativa per le imprese che attualmente rientrano nell'ambito di applicazione della CSRD e che sono tenute a comunicare le informazioni a partire dal 2026 o dal 2027.
Si ridurranno anche gli obblighi di informativa relativi alla tassonomia dell'UE, limitandolo alle imprese di dimensioni maggiori, mantenendo la possibilità di informativa su base volontaria per le altre grandi imprese nel futuro ambito di applicazione della CSRD.
Le misure “omnibus” prevedono anche di semplificare gli obblighi di dovuta diligenza per sostenere pratiche commerciali responsabili. Tra queste, è certamente interessante l’obiettivo di concentrare gli obblighi di dovuta diligenza sui partner commerciali diretti e portando da uno a cinque anni la frequenza delle valutazioni periodiche e del monitoraggio dei partner. Si intende, poi, ridurre gli oneri e gli effetti negativi per le PMI e le piccole imprese a media capitalizzazione limitando la quantità di informazioni che possono essere richieste nell'ambito della mappatura della catena del valore da parte delle grandi imprese. Si vuole inoltre concedere alle imprese più tempo per conformarsi alle norme in materia, rinviando di un anno (al 26 luglio 2028) l'applicazione degli obblighi relativi al dovere di diligenza ai fini della sostenibilità per le imprese più grandi e anticipando contestualmente di un anno (al luglio 2026) l'adozione delle linee guida.
Come si diceva, le proposte legislative saranno ora trasmesse al Parlamento europeo e al Consiglio affinché siano esaminate e adottate. Un invio che è stato accompagnato anche dalla raccomandazione di dare priorità a questo pacchetto “omnibus”, in particolare per quanto riguarda la proposta di posticipare determinati obblighi di informativa nell'ambito della CSRD rispondendo così alle principali preoccupazioni espresse dal mondo delle imprese.
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