Alla vigilia della votazione in Consiglio comunale del documento con le osservazioni relative al progetto TAV, Confcommercio Vicenza punta l’attenzione su alcuni aspetti fondamentali che riguardano il futuro della città.
“Perché il passaggio della TAV è sì, un intervento imprescindibile - afferma il presidente dell’Associazione Sergio Rebecca – ma, proprio per imboccare l’auspicata, concreta, via di città moderna, bisogna ritrovare slancio e determinazione per realizzare un disegno complessivo, evitando gli interventi spot o limitati a precisi ambiti”.
Il rischio sottointeso da Confcommercio è che l’attuazione del passaggio dell’Alta Velocità a Vicenza, vincoli la città alle singole decisioni di Rfi, perdendo così l’occasione per inquadrare il riordino complessivo in un piano di più ampio respiro, che abbia ben presente l’interconnessione e l’interdipendenza tra urbanistica, mobilità, viabilità e sosta. “Questi aspetti – continua Rebecca - sono infatti strategici per la crescita e la trasformazione della città, ma lo sono anche per riconnettere centro e periferie in un ambiente urbano di maggiore qualità e più competitivo da un punto di vista commerciale e turistico”.
“Quello che vorremmo sentire – spiega il presidente di Confcommercio Vicenza – è l’idea di città a cui si mira, un disegno generale che abbia tratti ben delineati, sul quale affinare i successivi progetti. La discussione sul progetto TAV dovrebbe rappresentare l’occasione ideale. Una volta, poi, individuati gli interventi che risultano necessari ad una dinamica - pianificata e condivisa - di sviluppo della città, si dovrebbe agire attivando gli strumenti che la legge prevede allo scopo, ovvero la perequazione, le compensazioni, i crediti edilizi, fino alle agevolazioni fiscali mirate, come quelle destinate alle imprese che aprono in determinate zone della città meno attrattive. Come risulta evidente – sottolinea il presidente dell’Associazione che rappresenta le attività del commercio, del turismo e dei servizi -, siamo a chiedere un’accorta “regia pubblica”, per guidare il cambiamento della città e di vigilanza sulle conseguenze relative alle logiche decise da altri”.
Secondo Confcommercio Vicenza, il miglioramento complessivo della città deve essere la risultanza di più parti, perché non si crea una centro attrattivo (anche dal punto di vista turistico), senza investire nel riordino delle cosiddette periferie. Da questo punto di vista la priorità è quella di “pensare” alla riqualificazione partendo dagli “assi di penetrazione” alla città, che sono: Statale Postumia - Viale Anconetta-Viale Trieste; Viale della Pace – Corso Padova; Strada Marosticana- Viale Medici; Viale Riviera Berica, Viale San Lazzaro- Viale Verona, Provinciale 46- Viale Trento. Con quali modalità? Confcommercio indica le direttrici: innanzitutto, progettare un sistema di trasporto pubblico efficiente, veloce, moderno, che dai quartieri porti in centro storico; fondamentale in tal senso è il collegamento tra l’asse est-ovest della città, con la pianificazione di sosta e fermate, indispensabili per la permanenza delle attività commerciali. Tali scelte vanno a condizionare qualsiasi altra decisione relativa alla viabilità e ai parcheggi.
Punto due: riqualificare ciò che già esiste: aree, fabbricati di proprietà comunali (ma anche privata), dismessi o utilizzati in modo non appropriato, vanno “riempiti” con idee per un utilizzo funzionale alla città, quindi, con progetti che diano vita a luoghi di aggregazione, a spazi qualificati per i giovani; o ancora, per aree di sosta funzionali alle aree con negozi e servizi o per permettere il parcheggio delle auto e il successivo utilizzo dei mezzi pubblici veloci di attraversamento della città. In tutto questo si inserisce il modello di sviluppo turistico- commerciale della città, per il quale Confcommercio vorrebbe fosse seguita una precisa direzione, ovvero quella di favorire la concentrazione degli esercizi commerciali in ambienti urbani riconoscibili nella loro specificità, dotati di altre funzioni attrattive, uffici, pubblici esercizi, biblioteca, scuole, edifici architettonicamente rilevanti, con una ordinata organizzazione degli spazi pubblici e dell’arredo urbano.
“Su questi aspetti in particolare – conclude Rebecca - basterebbe prendere esempio da cosa è stato fatto in altre città, dove sono state attivate operazioni di rigenerazione del territorio in perfetta sintonia con un’idea di città moderna. Infatti, copiare ciò che è stato fato di buono in altre parti non significa imitare, ma innovare partendo dal valore dell’idea. Ma è appunto quella, che a volte è difficile da mettere a fuoco”.
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