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COMMERCIO AL DETTAGLIO, IL CENTRO STORICO DI VICENZA TIENE, PREOCCUPA IL CALO NEI QUARTIERI

Il raffronto con il 2019, nei dati dell’indagine “Demografia d’Impresa” di Confcommercio Nazionale. Il presidente Piccolo: “In centro le chiusure vengono rimpiazzate, ma lo stesso non accade in periferia”

giovedì 08 febbraio 2024
COMMERCIO AL DETTAGLIO, IL CENTRO STORICO DI VICENZA TIENE, PREOCCUPA IL CALO NEI QUARTIERI COMMERCIO AL DETTAGLIO, IL CENTRO STORICO DI VICENZA TIENE, PREOCCUPA IL CALO NEI QUARTIERI

Nel centro storico di Vicenza i numeri delle attività di vendita al dettaglio tengono, rispetto ai dati 2019, mentre i quartieri “soffrono ancora”. È quanto emerge dall’Osservatorio della demografia d'impresa nelle città italiane e nei centri storici, realizzato dall'Ufficio Studi di Confcommercio nazionale, in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne.

I dati raffrontano la situazione a giugno 2023, rispetto al 2019 e al 2012, con un focus sui vari settori, distinti tra le attività collocate nel cuore della città e quelle in periferia. Risulta così che, guardando a quasi 4 anni fa, le attività del dettaglio collocate in centro storico crescono, passando da 361 a 375, ovvero +14. Se consideriamo le realtà del commercio tradizionale il saldo però si assottiglia, pur rimanendo in terreno positivo, perché il dato va “depurato” dalla crescita delle imprese di e-commerce, +12 nel periodo preso in esame). A contribuire in positivo sull’andamento del centro storico sono, ad esempio, le farmacie e parafarmacie (passate da 19 a 23), i negozi di informatica, elettronica di consumo e telecomunicazioni (passati da 9 a 12), i negozi di articoli culturali e ricreativi (passati da 26 a 29). Sostanzialmente stabili i negozi di articoli per uso domestico (fermi a 34); i supermercati e grandi magazzini (erano 23 nel 2019 sono 22 ora); le tabaccherie (una in meno rispetto al 2019); e la grande “famiglia” dei negozi non alimentari come abbigliamento-calzature, profumerie, ottici, gioiellerie ecc. (erano 122 nel 2019 ora sono 121).

“La rilevazione conferma quello che ripetiamo da tempo - è il commento di Nicola Piccolo, presidente di Confcommercio Vicenza -: in centro storico le aperture ci sono e vanno anche a rimpiazzare i negozi chiusi, almeno nei numeri se non negli stessi luoghi. Dunque c’è la ragionevole convinzione che questo accadrà anche con le ultime serrande abbassate, che abbiamo visto nel cuore della città. Siamo di fronte ad un turnover fisiologico – aggiunge il presidente Piccolo -, che si innesta però in un tessuto commerciale caratterizzato per lo più da attività forti e strutturate; sono quelle che hanno saputo puntare sulla specializzazione e sulla qualità, dove i clienti sono fidelizzati e fanno acquisti perché è  un’esperienza, o perché riconoscono il valore sociale di questi luoghi. Chiaro, però, che c’è da lavorare anche per rendere il centro ancor più vivo e attrattivo, con interventi mirati a sostenere il commercio, anche rafforzando la vocazione turistica”.

Venendo proprio al turismo, sempre in centro storico e nel raffronto con il 2019, bene i servizi di alloggio, passati dai 17 del 2019 ai 20 di giugno 2023, mentre i pubblici esercizi non hanno recuperato i livelli pre-covid, con i bar (-25 attività) colpiti più dei ristoranti (-14). “Stiamo però parlando di un settore che sta dimostrando in questi ultimi due anni una forte dinamicità – precisa il presidente Piccolo -, con andamenti generalmente molto positivi: ci sono tutti i presupposti per una crescita, trainata dall’aumento di arrivi e presenze turistiche che si stanno registrando”.

A preoccupare di più, come si diceva, sono i quartieri: qui il calo è evidente in tutti i comparti (ad eccezione dei carburanti, a causa di un processo di spostamento più in periferia degli impianti): nel 2019 le attività al dettaglio nei quartieri erano 629, a giugno 2023 sono scese a 533, ovvero -15%, mentre soffrono meno i pubblici esercizi, passati da 355 a 333 (-6%). “Ogni attività chiusa nei quartieri spesso non viene sostituita e si innesca così un effetto dirompente di svuotamento del commercio che va a penalizzare anche chi storicamente garantisce un importante servizio di prossimità - è il commento del presidente Piccolo -. Serve ripensare la città, individuando le leve di marketing e di sviluppo urbanistico in grado di rilanciare gli esercizi di vicinato su tutto il territorio, un tema sul quale stiamo lavorando con l’Amministrazione Comunale”.

L’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio nazionale getta poi lo sguardo ancora più in là, al 2012, rispetto al quale la perdita di imprese del commercio al dettaglio e del turismo è di 294 attività nel complesso in città (confrontato con giugno 2023). “Questi dati – è l’analisi del presidente Piccolo -, scaturiscono anche dalla trasformazione che il nostro settore ha subito a causa dei cambiamenti epocali vissuti negli ultimi dieci anni, uno tra tutti l’impatto della digitalizzazione sui consumi, con la crescita dell’e-commerce che è in via di stabilizzazione. L’auspicio è che si stia lentamente arrivando ad un punto di equilibrio tra i canali distributivi, grazie anche all’integrazione del digitale nelle attività tradizionali, sul quale c’è stato in questi ultimi anni un forte impegno della nostra Associazione sul fronte formativo”.

Per consultare i dati nazionali della ricerca, visita il sito di Confcommercio Imprese per l'Italia.

ATTENZIONE: La notizia è riferita alla data di pubblicazione dell'articolo indicata in alto, sotto il titolo. Le informazioni contenute possono pertanto, nel corso del tempo, subire delle variazioni non riportate in questa pagina, ma in comunicazioni successive o non essere più attuali.

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