Ernesto Boschiero, direttore di Confcommercio Vicenza, interviene sul caso di una bottega storica del centro storico che si è vista aumentare considerevolmente il fitto mensile per le regole esistenti nel bando di assegnazione dei locali, e in generale sul rischio che ciò possa verificarsi anche per altre realtà inserite in immobili commerciali di proprietà pubblica, aumentando la probabilità di chiusura o trasferimento. “Anche se le norme vanno nella direzione di garantire parità di accesso nella concessione di un bene di proprietà comunale, oltre che la giusta remunerazione per l’ente pubblico – afferma -, è chiaro che non tutti i casi sono uguali. Per le botteghe storiche, in particolare, il loro valore è dato anche dal luogo dove sono sorte 40 e più anni fa e non si può rischiare di perdere questo patrimonio di memoria, di tradizioni e di servizio ai cittadini per un meccanismo che non tiene, di fatto, conto del valore sociale e, appunto, storico dell’attività. Un cambiamento va fatto”.
Il tema è però alquanto complesso, perché quando si parla di concessioni pubbliche si entra anche nell’alveo della Direttiva Bolkestein (quella che riguarda pure gli stabilimenti balneari, tanto per fare un esempio) che mira a garantire parità di condizioni in nome della concorrenza.
Per questo Confcommercio Vicenza, al di là dell’interlocuzione avviata con il Comune di Vicenza, si è mossa a fine giugno a livello nazionale per risolvere a monte la problematica: “Proprio nel giugno scorso, infatti – spiega il direttore Boschiero -, il Consiglio dei ministri ha approvato, in via preliminare, uno schema di Decreto Legislativo che istituisce l’Albo nazionale delle botteghe storiche e che ora sta procedendo nei vari successivi iter che porterà all’approvazione finale. Abbiamo chiesto alla Confederazione nazionale di intervenire per l’inserimento, nella norma, di condizioni di favore riservate anche alle attività commerciali storiche situate in immobili in concessione pubblica, così da evitare casi di “espulsione” dai locali dove sono da lungo tempo inserite.
Riteniamo infatti che ci siano, nel valore non solo economico ma anche identitario di queste attività, dei “motivi imperativi di interesse generale" che giustificano un sostegno specifico per le botteghe storiche, proprio in coerenza con quanto prevede la Direttiva Bolkestein. Una norma di questo tipo potrebbe, dunque, risolvere il problema alla fonte – conclude il direttore di Confcommercio Vicenza - dando a Regioni e Comuni anche lo strumento giuridico per evitare quanto accaduto a Vicenza e soprattutto dando a tutte le botteghe storiche inserite in immobili pubblici in virtù di una concessione, maggiori rassicurazioni sul loro futuro”.
L’auspicio, ora, è che la politica recepisca queste osservazioni, intervenendo nel Decreto Legislativo o nel decreto interministeriale che definirà le modalità operative dell’Albo.
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