Il recente progetto viabilistico mirato a eliminare il passaggio a livello di Anconetta ha sollevato nei giorni scorsi un ampio dibattito e una serie di distinguo nelle forze politiche cittadine e nell’Amministrazione Comunale. Confcommercio Vicenza, dopo un primo intervento nel merito diffuso nei giorni scorsi (vedi il nostro articolo), invita a fare un passo in avanti rispetto alla discussione in atto, che vede nel modo in cui si è sviluppato il “caso Anconetta” un vizio di fondo: ancora una volta ci troviamo di fronte ad un metodo quanto meno poco efficace di affrontare le questioni urbanistiche di Vicenza, che è quello di guardare all’intervento particolare, al singolo progetto, senza allargare lo sguardo all’assetto complessivo di una città che merita di essere “rimessa a modello” per adeguarsi alle esigenze attuali e alle prospettive future. Un “peccato originale” che, per Confcommercio Vicenza, sta alla base anche di molte altre questioni irrisolte che da anni non ricevono risposte adeguate, proprio perché non si riesce ad inserirle in una visione unitaria e rigenerativa della città. È il caso, solo per citare alcune delle criticità esistenti, dell’area ex Beltrame, delle ex carceri di San Biagio, dell’Arsenale, dell’ex Lanificio Rossi, dell’area ex Barcaro-Zaccaria, dell’ex Macello, oltre che dell’assetto definitivo di alcune aree di sosta come il Park Santa Corona e l’allargamento di Park Fogazzaro.
E anche dove alcune progettualità prendono forma da parte del pubblico, come su piazzale De Gasperi con il possibile allargamento della Ztl, o del privato, come per la zona Pomari, per Confcommercio Vicenza si tratta di soluzioni circoscritte e decontestualizzate che non guardano alle ricadute sul tessuto urbanistico-commerciale, come se le decisioni su ogni singolo “pezzo” di Capoluogo non influissero minimamente su un sistema complesso come quello della città.
Partendo da questa “fotografia” della situazione attuale, Confcommercio Vicenza ritiene sia arrivato il momento di un cambio di metodo nel modo di affrontare le questioni urbanistiche (di Anconetta, come in generale di tutte le criticità ancora sul tappeto) avviando un percorso che è prassi consolidata in altre città che vivono, come Vicenza, la necessità di ripensare il proprio assetto in modo condiviso e lungimirante. Si tratta, appunto, di condividere con la città una visione complessiva della Vicenza del futuro, indicandone i contenuti, le priorità e i percorsi per attuarla; deve essere disegnato insieme il master plan nel quale siano descritte le soluzioni alle tante, troppe, questioni aperte da anni e ad altre che si stanno imponendo all’attenzione più recentemente, come la riqualificazione dell’area industriale e del quartiere fieristico, la connessione del centro storico con il polo universitario, la cittadella degli studi a Saviabona, la riorganizzazione della direttrice San Lazzaro-San Felice, il futuro, anche, dello stadio Menti nel quadro più complessivo del recupero e della valorizzazione delle periferie. Il tutto, evidentemente, in connessione con l’impatto che avrà la Tav e le opere previste dal Piano Urbano di Mobilità Sostenibile. Da citare, a tale proposito, anche il riassetto del sistema della mobilità, della sosta e il recupero degli immobili abbandonati e degradati a fronte del futuro impatto delle corsie preferenziali destinate al Filobus e alle altre Linee ad Alta Mobilità: una criticità sulla quale l’Associazione sta ancora attendendo risposte specifiche dall’Amministrazione Comunale.
Una volta definito il master plan e illustrata alla città qual è la visione che lo sottende, va approfondito il confronto con tutti gli stakeholders coinvolti, in modo che le scelte siano il più possibile condivise e non calate dall’alto. Va da sé che questo metodo consentirà di costruire una pianificazione degli interventi da attuare a stralci, avendo però ben presente il disegno futuro complessivo della città.
Un disegno che deve essere costruito nell’ottica delle rigenerazione urbana del Capoluogo e degli altri centri della provincia. Una priorità definita dall’Europa e inclusa nel Pnrr, che per Confcommercio Vicenza deve avere come conditio sine qua non l’attenzione allo sviluppo turistico del territorio e la salvaguardia del patrimonio strategico di negozi di vicinato, essenziali per la vitalità dei centri storici e delle periferie.
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