mercoledì 13 febbraio 2013
Fonte: 50&Più nazionale
E’ stato ripristinato il diritto di accesso alla pensione di vecchiaia con 15 anni di contributi maturati prima della Riforma Amato del 1992 (Decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 503, art. 2, comma 3), e per quei lavoratori ammessi alla prosecuzione volontaria entro il 26 dicembre 2012. Il via libera è arrivato nelle scorse settimane dal Ministero del Lavoro, al quale ha fatto seguito la circolare Inps n. 16 del 1° febbraio 2013.
La circolare riguarda circa 65 mila ex lavoratori - in particolare donne - la cui vita lavorativa è stata caratterizzata da discontinuità (ad esempio lavoratori addetti a servizi domestici e familiari, lavoratori agricoli e lavoratori dello spettacolo), che hanno maturato diversi anni di contribuzione prima del dicembre 1992, per poi uscire dal mercato del lavoro con la prospettiva di poter fruire della pensione di vecchiaia una volta raggiunto il necessario requisito anagrafico.
A seguito della Riforma delle Pensioni del Ministro Fornero, l’Inps, con circolare n.35/2012, aveva escluso la possibilità di conseguire la pensione di vecchiaia con una contribuzione inferiore a 20 anni senza esentare chi aveva già acquisito il diritto prima della Riforma Amato del 1992. Il risultato è che per tutto il 2012 l’Ente aveva respinto le richieste di pensionamento che non avevano raggiunto la nuova soglia minima contribuzione.
Con il via libera del Ministero del Lavoro e la Circolare Inps esplicativa si è fatta marcia indietro e un sacrosanto diritto, già acquisito, è stato ristabilito.
Naturalmente, per le categorie interessate si applicano i nuovi requisiti anagrafici per il diritto al trattamento pensionistico di vecchiaia. Pertanto, dal 2013 per le donne del settore privato saranno necessari 62 anni e 3 tre mesi; per le lavoratrici autonome 63 anni e 9 mesi, per gli uomini dipendenti del settore privato, pubblico e autonomi, 66 anni e 3 mesi, così anche per le donne del settore pubblico.
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