I contributi possono essere calcolati però fino ad un certo importo di reddito o retribuzione, questo limite, per il 2013, è pari a 99.034 euro (cosiddetto “tetto contributivo pensionabile”).
I contributi versati costituiscono il montante contributivo e producono una sorta di interesse composto, al tasso legato alla dinamica quinquennale del PIL (prodotto interno lordo). Quindi più cresce l’Azienda Italia, maggiori sono le rendite su cui i lavoratori possono contare.
I nuovi coefficienti di calcolo
Alla data del pensionamento, al montante contributivo rivalutato è applicato un coefficiente, detto di trasformazione, che converte i contributi in pensione. La misura di tale coefficiente cresce con l’aumentare dell’età.
Con il Decreto Ministeriale del 15 maggio 2012, sono stati fissati i nuovi coefficienti per il calcolo della pensione per tutti i lavoratori che vanno in pensione dal 1° gennaio di quest’anno e fino al 31 dicembre 2015.
Questi coefficienti non riguardano più soltanto le età da 57 a 65 anni, ma si allungano fino a 70 anni per incentivare facoltativamente la permanenza al lavoro, nella prospettiva di conseguire una pensione più alta.
E ciò vale soprattutto per coloro che decidono di andare in pensione – tra il 2013 e 2015 – con un’età non superiore a 65 anni, in questo caso subiscono – per effetto di nuovi coefficienti – un taglio della prestazione pensionistica che supera in alcuni casi l’11%.
Ad esempio. Supponiamo che un lavoratore abbia accumulato un montante contributivo di 400 mila euro. Quando decide di ottenere la pensione, l’importo della stessa verrà calcolato applicando alle 400 mila euro il coefficiente di trasformazione corrispondente all’età raggiunta in quel momento.
Se il lavoratore va in pensione nel 2014, bisogna fare riferimento ai nuovi coefficienti. In tal caso, se chiede la pensione a 60 anni otterrà una pensione annua lorda di 18.644 euro (400.000 moltiplicate 4,661%); se chiede la prestazione a 65 anni riceverà 21.740 euro (400.000 moltiplicato 5,435%); se va in pensione a 70 anni avrà diritto a 26.164 euro (400.000 moltiplicato 6,541%).
Infine, una delle novità della Riforma “Monti-Fornero”, con riferimento alla nuova pensione di vecchiaia, è la facoltà ai lavoratori di rimanere al lavoro fino a 70 anni, al fine di migliorare il proprio assegno di pensione.
I nuovi coefficienti sono stati determinati anche per le età che vanno dai 65 ai 70 anni. I valori di questi coefficienti che per gli anni 2013-2015 crescono con il crescere dell’età , proprio perché la loro determinazione è stata fatta tenendo conto del fine di dover migliorare la misura della pensione a chi ritarda l’uscita dal lavoro.Il prossimo aggiornamento dei coefficienti sarà nel 2015, quando la revisione riguarderà i pensionamenti decorrenti nel triennio 2016-2019. Dall’anno 2019 in poi, invece, la revisione dei coefficienti avrà una cadenza biennale.
Per maggiori informazioni sul calcolo della pensione e per una verifica dei requisiti l’invito è quello di rivolgersi agli uffici del Patronato 50&Più provinciale, nella sede di Vicenza (Via Faccio n. 38) o nelle sedi zonali di Arzignano, Valdagno, Lonigo, Noventa, Asiago, Marostica, Thiene, Schio, Bassano del Grappa.
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