Con 166 sì, 112 no e un astenuto, l'Aula del Senato ha votato la fiducia al governo sul Jobs act, approvando definitivamente in terza lettura la delega per la riforma del mercato del lavoro nella stessa versione licenziata dalla Camera. Il semaforo verde di Palazzo Madama arriva dopo un lungo e contrastato iter parlamentare con la spaccatura all'interno del Pd e i sindacati in piazza contro le modifiche all'articolo 18. Al Senato la minoranza Pd ha votato sì alla fiducia per "senso di responsabiltà" annunciando battaglia sui decreti delegati. Molte le novità in arrivo che però diventeranno concrete soltanto con i decreti attuativi. Viene introdotto il nuovo contratto a tutele crescenti per tutti i neoassunti che di fatto implica il superamento delle collaborazioni coordinate e continuative. Viene esclusa la possibilità di reintegro per i licenziamenti economici mentre è prevista per i licenziamenti discriminatori e per alcune fattispecie di licenziamenti disciplinari. Per i licenziamenti economici è previsto solo un indennizzo crescente al crescere dell'anzianità. Arrivano inoltre tempi certi per l'impugnazione del licenziamento. Novità anche sugli ammortizzatori sociali e sui controlli a distanza. Viene azzerato, inoltre, il periodo di 'vacatio legis' con l'entrata in vigore del provvedimento il giorno dopo la pubblicazione in Gazzetta. "Il Jobs Act diventa legge. L'Italia cambia davvero. Questa è #lavoltabuona. E noi andiamo avanti": questo il tweet con cui Matteo Renzi ha salutato l'approvazione, mentre per il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, il Parlamento ha consegnato un testo della riforma del lavoro "significativamente cambiato e migliorato" e "il nostro impegno sarà ora quello di procedere speditamente alla stesura dei decreti di attuazione" a partire dal contratto a tutele crescenti.
I contenuti principali del provvedimento
Modifiche all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, estensione degli ammortizzatori sociali, nuove regole per l'Aspi, cambiamenti nelle norme sui controlli a distanza, introduzione del contratto a tutele crescenti e superamento delle collaborazioni coordinate e continuative: sono le principali novità contenute nella delega sul lavoro (il cosiddetto Jobs act) sul quale il Senato ha votato la fiducia. Dopo l'ok definitivo l'obiettivo è approvare entro dicembre i primi decreti delegati a partire da quelli sul contratto a tutele crescenti e sulla nuova ASpi.
Ecco in sintesi cosa prevede il provvedimento:
- CONTRATTO A TUTELE CRESCENTI PER I NEOASSUNTI: arriva il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all'anzianità di servizio per tutti i neoassunti. Cambia l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori con la possibilità di reintegra nel posto di lavoro in caso di licenziamenti illegittimi limitata solo a quelli nulli e discriminatori e a ''specifiche fattispecie'' di quelli disciplinari (legati al comportamento del lavoratore). Saranno i decreti delegati a stabilire quali saranno queste fattispecie. Sui licenziamenti per motivi economici (esigenze aziendali) giudicati ingiustificati sarà previsto solo l'indennizzo. Se i decreti arriveranno entro dicembre il nuovo contratto potrà usufruire degli sgravi contributivi previsti dalla legge di stabilità per le assunzioni fatte nel 2015.
- RIORDINO FORME CONTRATTUALI E RAPPORTI LAVORO, SUPERAMENTO COLLABORAZIONI: l'obiettivo al quale si vuole arrivare con il contratto a tutele crescenti è di farne la modalità normale di assunzione sfoltendo le decine di forme contrattuali e le norme esistenti. Si punta alla creazione di un testo organico di disciplina delle varie tipologie contrattuali e al ''superamento'' delle collaborazioni coordinate e continuative.
- MANSIONI FLESSIBILI E CONTROLLI A DISTANZA: si rivede la disciplina delle mansioni in caso di riorganizzazione, ristrutturazione o conversione aziendale con l'interesse del lavoratore alla tutela del posto di lavoro, della professionalità e delle condizioni di vita, prevedendo limiti alla modifica dell'inquadramento. Il passaggio da una mansione all'altra diventa più semplice (con la possibilità anche di demansionamento). Viene rivista anche la disciplina dei controlli a distanza con la possibilità di controllare impianti e strumenti di lavoro.
- RIFORMA CIG: sarà impossibile autorizzare la cig in caso di cessazione "definitiva" di attività aziendale. L'obiettivo è di assicurare un sistema di garanzia universale per tutti i lavoratori con tutele uniformi e legate alla storia contributiva del dipendente. Saranno rivisti i limiti di durata del sussidio (adesso il tetto è di due anni per la cassa ordinaria e di quattro per la straordinaria) e sarà prevista una maggiore partecipazione da parte delle aziende che la utilizzano. Si punta alla riduzione delle aliquote di contribuzione ordinarie (ora all'1,9% della retribuzione) con la rimodulazione delle stesse tra i settori in funzione dell'effettivo impiego.
- RIFORMA ASPI: la durata del trattamento di disoccupazione dovrà essere rapportata alla ''pregressa storia contributiva" del lavoratore con l'incremento della durata massima (per ora fissata a 18 mesi a regime nel 2016, ndr) per quelli con le carriere contributive più rilevanti. Si vuole estendere l'Aspi ai collaboratori fino al superamento di questo tipo di rapporto di lavoro. Per le persone in situazione di disagio economico potrebbe essere introdotta dopo la fruizione dell'Aspi una ulteriore prestazione eventualmente priva di contributi figurativi.
- RAZIONALIZZAZIONE INCENTIVI ALL'ASSUNZIONE E ALL'AUTOIMPIEGO: si istituisce inoltre un'Agenzia nazionale perl'impiego e si punta a semplificare e razionalizzare le procedure di costituzione e gestione dei rapporti di lavoro al fine di ridurre gli adempimenti a carico di cittadini e imprese. L'obiettivo è svolgere tutti gli adempimenti per via telematica.
NO VACATIO LEGIS: legge e decreti delegati entreranno in vigore il giorno dopo la pubblicazione in Gazzetta. Gli effetti degli interventi normativi saranno oggetto di un monitoraggio permanente da realizzarsi senza maggiori oneri.
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