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LAVORO: IL GOVERNO PENSA A UNA STRETTA SUI VOUCHER

Confcommercio nazionale interviene sull'argomento: "Verificare l'efficacia dello strumento, no a interventi tout court"

venerdì 30 dicembre 2016
Fonte: Confcommercio Nazionale

Il governo si accinge ad una stretta sui voucher, i ticket da dieci euro per pagare i mini jobs che l'opposizione considera come la "autostrada" verso la precarietà del lavoro e che hanno registrato un'impennata ad ottobre. All'ultimo question time prima di Natale il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, aveva annunciato "normative più stringenti", soprattutto sulla tracciabilità dei voucher, impegnandosi a provvedimenti che puntino più alla stabilizzazione che alla precarizzazione del lavoro. A quanto sembra il tema non sarà affrontato nel consiglio dei ministri del 29, ma a gennaio i tempi potrebbero essere maturi. Ma le polemiche già fioriscono: riguardano soprattutto l'idea che il governo voglia intervenire per bloccare il referendum per l'abrogazione del jobs act. Sinistra Italiana, impegnata sul fronte del referendum contro la riforma del mercato del lavoro varata dal governo Renzi, attacca duramente: con Stefano Fassina a sostenere che "sulla valanga di voucher generati dal Jobs act l'esecutivo fa finta di trovarsi di fronte a un evento inaspettato e imprevedibile, mentre è stato facilmente e largamente previsto". E Fassina ammonisce: "ora non basta qualche aggiustamento a margine per evitare i referendum: il Jobs Act va eliminato".
Anche Rifondazione comunista teme che il governo punti ad una riforma dei voucher per scongiurare il referendum sul jobs act. " O il governo abolisce i voucher ed il jobs act, oppure bisogna votare e sotterrare i voucher e il jobs act con il referendum".  
Un intervento sui voucher viene condiviso da Forza Italia. "Il boom dei voucher è un problema e va risolto: bisogna ricondurre questo strumento nell'alveo di un uso che non sia abuso", sostiene Andrea Mandelli. D'accordo con Palazzo Chigi  il gruppo dei verdiniani: "condividiamo la linea del governo" dice Ignazio Abrignani, spiegando che Ala punta a una legittimazione politica. A difesa dei buoni lavoro si schiera invece Maurizio Sacconi, che accusa la sinistra "di fare un passo avanti e due indietro". 

Gentiloni: "correzioni in corso, ma non sono un virus" 

"C'è qualcosa da correggere e cambiare anche nei famosi voucher senza tuttavia accedere all'idea che siano una specie di virus che semina lavoro nero nella nostra societa' perché i voucher nascono esattamente all'opposto come tentativo di rispondere, non hanno copyright del lavoro nero". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, nel corso della conferenza stampa di fine anno. "Abbiamo visto che ci sono cose che non funzionano, settori in cui l'uso va limitato - ha aggiunto Gentiloni - è in corso una revisione, e anche la tracciabilità di recente introdotta ci aiuterà, a capire come questi abusi che rischiano di snaturare questo strumento, i cui obiettivi erano corretti, come possiamo correggere quello di sbagliato che c'è senza trasformare questo nella madre di tutti i problemi e di tutti i guai del nostro mercato del lavoro perché questa è una semplificazione che non aiuta".
Intanto il Cdm ha dato via libera alla presentazione alla Corte Costituzionale di memorie in merito all'inammissibilità dei  referendum abrogativi sul Jobs act. In particolare, i quesiti  riguardano ''Abrogazione disposizioni in materia di licenziamenti  illegittimi'' e ''Abrogazione disposizioni sul lavoro accessorio (voucher)''.

Confcommercio: "verificare l'efficacia dello strumento, no a interventi tout court" 

"Oltre al riconoscimento economico, l'utilizzo dei voucher assicura anche il pagamento di contributi previdenziali e la copertura assicurativa Inail costituendo, di fatto, l'unico strumento per pagare in modo regolare prestazioni saltuarie e occasionali. Inoltre, di fronte ad un'eventuale limitazione significativa del campo di applicazione di questo strumento non ci sarebbe alcuna alternativa, né si potrebbero coprire queste attività saltuarie con rapporti di lavoro tradizionali": così Confcommercio sulla questione dei voucher. "Secondo i dati Inps– prosegue la Confederazione - la stragrande maggioranza delle persone pagate con voucher sono lavoratori titolari anche di altra occupazione, percettori di ammortizzatori sociali, studenti o pensionati e che il compenso medio annuo è di circa 600 euro.
E' quindi evidente che le attività pagate con voucher non sarebbero sostituite da diversi rapporti di lavoro e quindi intervenire nuovamente sullo strumento comporterebbe solo la perdita di occasioni di lavoro retribuite in modo regolare". "Tra l'altro – conclude Confcommercio - la piena tracciabilità dei voucher, introdotta solo pochi mesi fa, supera i rischi di uso improprio ed è quindi indispensabile verificarne l'efficacia prima di intervenire nuovamente". 

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