"Oggi in Italia crescono le donne imprenditrici e in 7 casi su 10 scelgono il mercato del terziari". Lo ha affermato Patrizia Di Dio, presidente di Terziario Donna Confcommercio, al convegno "Le donne protagoniste dell'economia del nuovo umanesimo" svoltosi in Confcommercio Milano. All'iniziativa hanno partecipato imprenditrici provenienti da ogni parte d'Italia dei vari settori del terziario, alla presenza – tra gli altri - di Carlo Sangalli, presidente nazionale di Confcommercio-Imprese per l'Italia, e di Mauro Parolini, assessore allo Sviluppo Economico della Regione Lombardia. "Le donne, quindi anche grazie alle proprie imprese – ha proseguito Patrizia Di Dio - intervengono nei fatti della realtà che le circonda, esprimendo una cultura d'impresa che sa guardare lontano e che può fare da guida per comportamenti virtuosi sempre più attenti all'individuo e alla comunità, permeata delle specificità femminili di cura, visione dell'altro, 'ricerca di senso', coraggio, istinto ecologico, cultura, relazioni, solidarietà e il sistema di valori che portano con sé nel fare impresa". "Da sempre la letteratura economica affronta il tema dell'innovazione di processo e di prodotto.
Ma in questi ultimi tempi - ha rilevato Di Dio - c'è un tema che è tornato di attualità: la funzione umana recuperata non per quello per cui è stata sostituita dalle macchine, ma per l'aspetto relazionale, per il senso di comunità e per una comunità di senso. Un'evoluzione nella quale trovano il giusto spazio anche le parole del Pontefice che offrono una serie di spunti per cui il lavoro non è soltanto una vocazione della singola persona, ma è l'opportunità di 'entrare in relazione con gli altri'. "E ciò è interessante da analizzare - ha proseguito- non solo perché cambia o addirittura ribalta la concezione del lavoro e dell'impresa così come tradizionalmente intesa, ma anche perché nell'era della digitalizzazione e della globalizzazione, in cui ci si interroga se il commercio fisico e tradizionale avrà un futuro, sembra darci una risposta assolutamente positiva in tal senso". "Dentro questa trasformazione della società e dei modelli economici - ha concluso la presidente di Terziario Donna Confcommercio - le donne rappresentano una risorsa fondamentale per la crescita e lo sviluppo economico del nostro Paese. L'imprenditoria femminile aiuta a ridefinire i modelli di gestione del business e sembra possa dare certezza che il futuro delle nostre imprese passi anche da una rinnovata cultura di impresa che, oltre a voler utilizzare gli strumenti digitali ormai a disposizione per allargare le potenzialità anche di una piccola impresa, metta al centro la relazione, l'individuo, la comunità, la qualità dei rapporti oltre che del prodotto e del servizio".
Sangalli: "Le donne portano nel mercato le softskills fondamentali per usare l'innovazione"
Al convegno è intervenuto il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli: "Questo Forum qui a Milano del Gruppo Terziario Donna di Confcommercio è un po' una trasferta, si potrebbe dire con una battuta che abbiano aderito alla settimana del 'Lavoro Agile' del Comune di Milano, che cade proprio in questi giorni. Proprio la settimana del lavoro agile si fonda sul concetto di 'smart work', il lavoro 'intelligente' grazie al quale la prestazione lavorativa può essere svolta per obiettivi, con orari e postazioni flessibili". "Lo smart work si adatta, poi, molto bene all'idea di "smart city", la città intelligente, che vuole e deve essere Milano. E, sia lo smart work, sia la smart city sono certamente resi possibili proprio dall'uso delle nuove tecnologie, dall'evoluzione digitale. Perché il digitale non ci permette solo di fare cose "nuove", il digitale ci consente di fare in modo diverso anche le cose "vecchie". Il digitale, insomma, è di fatto una vera rivoluzione".
"Eppure - ha proseguito Sangalli - rimango convinto che, va bene la tecnologia, va bene la digitalizzazione, ma dobbiamo sempre mettere al centro l'uomo. Ci vuole un nuovo Umanesimo, anzi Womenesimo. Le donne portano nel mercato molte 'soft skills', le competenze morbide che sono difficili da formalizzare e misurare, ma fanno la differenza. Penso all'intuito, al gusto, all'intelligenza emotiva". "E le 'soft skills' sono fondamentali non solo per usare bene l'innovazione, ma anche per generarla. Per generare ad esempio 'soft innovation', cioè, l'innovazione progressiva e quotidiana delle piccole cose. La 'soft innovation' che incide tanto sul terziario di mercato e della quale come Organizzazione siamo convinti sostenitori". "Milano - ha conclusio Sangalli - è certo la città giusta per osare. Dal punto di vista dell'innovazione…e anche dell'impresa femminile. A Milano, infatti, ci sono ben 52 mila imprese 'in rosa'". E le donne hanno trainato anche la crescita delle imprese under 35 negli ultimi anni. Non solo. La strategia europea di Lisbona poneva come obiettivo un tasso di occupazione femminile al 60%. Oggi Milano si attesta al 65%. (La media italiana è del 48%). Sono dati importanti. Ma proprio dove sono maggiori le opportunità, maggiori sono i rischi".
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