lunedì 02 luglio 2018
La Commissione Sanità del CUPLA Veneto (Coordinamento Unitario dei Pensionati del Lavoro Autonomo) si è riunita nei giorni scorsi nella sede della 50&Più-Confcommercio di Vicenza per analizzare il testo del Disegno di Legge sul nuovo “Piano socio sanitario regionale 2019-2023”, approvato di recente dalla Giunta regionale e che ora dovrà passare al vaglio del Consiglio regionale. Al termine la commissione, coordinata da Benedetto Patuzzi, presidente del CUPLA del Veneto, e composta dal vice Giuseppe Scaboro , Lino Ferrin e Fiorenzo Marcato, presidente regionale 50&Più, ha espresso un giudizio positivo sul documento nel suo complesso, condividendo il principio stabilito dalla Giunta di contenere la spesa pubblica e dare garanzie di sostenibilità al sistema Sanitario Nazionale. Allo stesso tempo, nel documento stilato come CUPLA regionale e che sarà inviato all’amministrazione regionale come contributo al dibattito sul tema, sono state evidenziate alcune specificità relative alla condizione sociale e sanitaria dell’anziano pensionato, che richiedono particolare attenzione del mondo politico. Secondo il Coordinamento dei pensionati del lavoro autonomo le priorità riguardano l’attivazione degli ospedali di comunità e la diffusione di gruppi di medicina integrata sul territorio, quindi la soluzione dell’annoso problema delle lunghe liste di attesa per alcuni esami diagnostici e la previsione di corsie preferenziali per gli anziani nei Pronto soccorso.
“L’aspettativa di vita sta aumentando, sia grazie ai progressi della scienza, sia a un migliore approccio sanitario alle patologie – spiega Benedetto Patuzzi -. In questo la Regione Veneto presenta elevati standard di servizio, ma molto ancora potrebbe essere fatto in un’ottica di miglior utilizzo delle risorse e soprattutto per andare incontro alle esigenze di una popolazione che diventa sempre più anziana. Noi, ad esempio, come CUPLA crediamo fermamente ai benefici che può garantire sul territorio lo sviluppo della medicina di gruppo integrata, che permette al cittadino di poter contare sulla presenza di almeno un medico nelle 12 ore diurne, tutti i giorni della settimana, evitando lunghe e disagevoli attese e di usufruire di prestazioni infermieristiche vicino al proprio domicilio. La garanzia di un servizio sanitario di prossimità di questo tipo – continua Patuzzi - mette il cittadino nella condizione di rivolgersi alle strutture di pronto soccorso o ospedaliere solo nei casi più gravi ed urgenti, con evidenti vantaggi per tutto il sistema di cura e prevenzione. Nel documento, che presenteremo alla Regione, questi aspetti saranno particolarmente evidenziati, assieme alle richieste di monitorare i risultati positivi della medicina di gruppo già presente sul territorio e di avviare progetti di prevenzione anche attraverso le politiche sull’invecchiamento attivo”.
ATTENZIONE: La notizia è riferita alla data di pubblicazione dell'articolo indicata in alto, sotto il titolo. Le informazioni contenute possono pertanto, nel corso del tempo, subire delle variazioni non riportate in questa pagina, ma in comunicazioni successive o non essere più attuali.