Si sono aperti nei giorni scorsi due bandi della Regione Veneto, finanziati con fondi comunitari Por Fse, a sostegno dell’occupazione giovanile e per la riduzione del costo del lavoro, entrambi appannaggio delle piccole e medie imprese o lavoratori autonomi veneti.
La prima misura (di cui abbiamo parlato anche in questo articolo) prevede la possibilità di accedere a bonus occupazionali per le imprese di tutti i settori che tra il primo febbraio e il 31 ottobre hanno assunto o assumeranno con contratti a tempo indeterminato o di almeno 12 mesi full time oppure trasformando quelli a tempo determinato a tempo indeterminato per lavoratori di età compresa tra 18 e 35 anni. A disposizione c’è un plafond di 10 milioni di euro con un massimale di contributo per singola impresa fissato a 30 mila euro (primo sportello aperto da martedì scorso).
Il secondo intervento prevede la possibilità di accedere al rimborso di parte del costo per i salari dei lavoratori rientrati dalla cassa integrazione attivata con causale Covid-19. Destinatari della misura, per cui sono stanziati 35 milioni di euro, sono le imprese dei settori maggiormente colpiti dall’emergenza sanitaria: turismo, editoria, cultura e trasporto passeggeri. Il contributo può variare tra il 50 e l’80% della retribuzione mensile lorda del personale dipendente dell’impresa che presenta domanda e sono sovvenzionabili da tre a sei mensilità a decorrere dal 23 febbraio scorso e comunque fino e non oltre il prossimo 31 dicembre (primo sportello aperto da ieri).
“Si tratta – spiega il presidente di Confcommercio Veneto Patrizio Bertin – di due provvedimenti molto importanti, perché danno ossigeno vitale alle imprese in una fase tanto delicata, quanto decisiva per la ripartenza: un supporto per lo sviluppo dell’economia regionale , per il quale ringraziamo la Regione del Veneto”.
In riferimento, in particolare, al secondo intervento, il presidente di Confturismo Marco Michielli sottolinea che “è un ottimo passo in avanti nei confronti delle aziende che hanno patito i contraccolpi della pandemia e che faticosamente e onerosamente hanno riaperto. Questo provvedimento va nella direzione auspicata perché rappresenta un aiuto concreto rispetto una voce di spesa importante, qual è il costo del personale, su cui le imprese vengono parzialmente sollevate, e non una misura meramente assistenziale”.
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