lunedì 22 ottobre 2012
Fonte: Confcommercio nazionale
Conto alla rovescia per l'entrata in vigore - mercoledì 24 ottobre - delle nuove regole in ambito commerciale sulla trasparenza dei contratti tra produttori e distruzione, e sulla certezza dei tempi di pagamento, a 30 o 60 giorni. Ma al contempo, infuriano le polemiche sugli effetti che l'articolo 62 avrà sulle imprese e sulla loro necessità di liquidità obbligata, in tempi di credito a singhiozzo da parte delle banche. Nonostante il pressing degli imprenditori del commercio e della distribuzione, il governo non farà marcia indietro sulle nuove regole, racchiuse nel pacchetto dell'articolo 62. A ribadirlo sono stati il ministro delle Politiche agricole, Mario Catania, e quello dello Sviluppo economico, Corrado Passera, dal Forum della Coldiretti a Cernobbio. ''Non ci saranno proroghe - ha puntualizzato Catania - ma il nostro è un atteggiamento di apertura: se necessari, gli
aggiustamenti saranno possibili''. Il ministro ha programmato già incontri, in primis con i presidenti di Confindustria Giorgio Squinzi e di Confcommercio Carlo Sangalli, che hanno chiesto uno slittamento dell'entrata in vigore della legge, calcolando in 6 miliardi il ricorso alla liquidità necessaria per le aziende, con il rischio per migliaia di non farcela. Oggi i pagamenti nella filiera arrivano invece fino a 90-95 giorni. Anche Passera ha ribadito che sull'articolo 62, si andrà avanti.
''Si tratta di regole molto forti - ha detto - a difesa della parte più debole della filiera'', vale a dire i produttori, aprendo comunque a possibili correttivi in corso d'opera. In sintesi, le novità introdotte dalla norma prevedono l'obbligo di forma scritta per i contratti tra imprese e fornitori (ora vengono stipulati in gran parte verbalmente); viene inoltre fissati i termini di pagamenti a 30 giorni per le merci deperibili, a 60 giorni per gli altri prodotti.
"L'obbligo di pagamento entro 30 giorni per le merci deperibili e di 60 giorni per tutte le altre avrà pesanti e inevitabili conseguenze per le imprese del settore produttivo e distributivo incidendo sull'equilibrio finanziario a causa del venir meno importanti flussi di liquidità e determinando, di fatto, un sostanziale blocco degli investimenti in nuovi punti vendita. Tutto questo in un momento in cui le imprese registrano ancora forti difficoltà per l'accesso al credito bancario". Questi i principali effetti derivanti dall'art. 62 del decreto sulla disciplina delle relazioni commerciali in materia di cessione di prodotti agricoli e agroalimentari evidenziati in una lettera congiunta che i Presidenti di Confindustria e Confcommercio, Giorgio Squinzi e Carlo Sangalli, hanno inviato al Presidente del Consiglio Mario Monti e ai Ministri Mario Catania (Politiche agricole) e Corrado Passera (Sviluppo economico). "Secondo le due Organizzazioni - si legge nella missiva - gli effetti che questa norma genera sul comparto distributivo, disincentivando l'apertura di nuovi punti vendita e portando alla chiusura molti esercizi commerciali, si ripercuotono pesantemente sul mercato immobiliare, sulle imprese di costruzioni e, in generale, sull'intero indotto. Si avrebbe, inoltre, una moltiplicazione degli oneri amministrativi con conseguente lievitazione dei costi per tutte le imprese. Per Confindustria e Confcommercio, è quindi auspicabile un incontro urgente con il ministro Catania per affontare e valutare assieme il grave impatto che questo provvedimento ha sul mondo delle imprese in un contesto di già gravi difficoltà economiche".
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