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RICCARDO ZANCHETTA È IL NUOVO PRESIDENTE DI FIDA VENETO, I DETTAGLIANTI DELL’ALIMENTAZIONE

Titolare dell’omonimo caseificio e attuale presidente di categoria a Treviso, sarà in carica per i prossimi quattro anni. Vicepresidente vicario Tullio De Giacomi di Fida Vicenza

martedì 28 maggio 2024
I vertici di FIDA Veneto, con il presidente Zanchetta e il vicepresidente vicario De Giacomi (rispettivamente il terzo e il secondo da sinistra) I vertici di FIDA Veneto, con il presidente Zanchetta e il vicepresidente vicario De Giacomi (rispettivamente il terzo e il secondo da sinistra)

FIDA Confcommercio Veneto ha un nuovo presidente: è Riccardo Zanchetta, già alla guida dei dettaglianti alimentari della provincia di Treviso, che subentra a Michele Ghiraldo per il prossimo quinquennio 2024-2028. Vice presidente vicario è stato invece nominato Tullio De Giacomi, che presiede gli alimentaristi di Confcommercio Vicenza, Diverse le sfide presenti e future sul tavolo della categoria che riunisce e tutela le imprese che operano nel settore della vendita al dettaglio di prodotti alimentari (come drogherie, negozi di frutta e verdura, gastronomie e rosticcerie, pescherie, ecc.). Un comparto che soffre più di altri la forte concorrenza della grande distribuzione organizzata e lo spopolamento dei comuni periferici e dei piccoli paesi di montagna, ma che si è anche dimostrato resiliente e in grado di intercettare i segnali di cambiamento del mercato e di soddisfare le esigenze dei clienti. 
Spiega il presidente Zanchetta, titolare dell’omonimo caseificio e storico alimentarista di Casale sul Sile (Tv): “I negozi di stampo tradizionale hanno avuto grandi difficoltà legate non solo alla pandemia. Quelli che son rimasti, dai panifici storici ai caseifici alle botteghe di alimentari, si sono strutturati e consolidati adeguandosi alle nuove esigenze del mercato e dei consumatori”. Inoltre, sul piano quantitativo, a fronte di una diminuzione in parte fisiologica del comparto va sottolineato l’aspetto qualitativo: “Diminuiscono le unità locali – precisa Zanchetta – ma si amplia la dimensione. In vari casi ci sono più sedi per unità locali e anche sul piano occupazionale registriamo un aumento dei contratti a tempo indeterminato, in gran parte frutto di trasformazioni. I piccoli alimentaristi, pertanto, hanno dimostrato tutta la loro tenuta e soprattutto ribadito il loro imprescindibile ruolo sociale”. Il quadro cambia se si sposta lo sguardo verso aree più periferiche: “In alcune zone, purtroppo, la situazione è diversa – afferma Zanchetta –. Nelle periferie, piuttosto che nei borghi di montagna, il piccolo negozio fatica a sopravvivere tra spese burocratiche e alti costi di gestione e, se chiude, nessuno lo sostituisce. La chiusura delle attività commerciali porta alla desertificazione del centro città e a sua volta allo spopolamento: è un problema serio che intendiamo affrontare al più presto con gli organi preposti, soprattutto in Regione”. 
Come già accade in altri settori, anche nel terziario di mercato e fra i piccoli negozi di quartiere è emersa la difficoltà di reperire personale, specie se giovane. Conferma Zanchetta: “È un problema endemico che non riguarda solo la nostra categoria. Quando si vuol fare bene il proprio lavoro è necessario sacrificarsi ma questo non vuol dire ledere i diritti dei lavoratori tant’è che, dopo quasi quattro anni di trattative, è stato rinnovato il CCNL del Terziario, della Distribuzione e dei Servizi anche grazie alla mediazione della presidente FIDA nazionale Prampolini”. L’aspetto retributivo, seppur importante, non è tuttavia l’unica leva che spinge un lavoratore ad avvicinarsi o allontanarsi da un settore: “Anche la nostra filiera, così come accaduto per la ristorazione, deve essere nobilitata e riconosciuta – chiosa il presidente Zanchetta –. Siamo anche noi ambasciatori del buon cibo, della qualità del Made in Italy e di un sapere tradizionale e artigianale che va difeso e trasmesso alle nuove generazioni e ai clienti”. 
Il mercato è cambiato e con esso la predisposizione del cliente nei confronti dei piccoli negozi di generi alimentari. Una trasformazione che FIDA Veneto osservava già da qualche anno: “Dal 2015, anno dell’Expo Milano, il consumatore ha iniziato a riscoprire il valore della piccola bottega e del commercio di vicinato cambiando il suo atteggiamento. Più attenzione alla qualità del prodotto e al servizio che viene offerto. Un trend poi confermato durante la pandemia e nel post Covid dove abbiamo riscontrato una maggiore fiducia dei clienti nei confronti dei commercianti. Ci è stata riconosciuta la serietà del nostro lavoro”, sottolinea Zanchetta.

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