Un “patto” tra i ristoranti vicentini per diffondere, attraverso i locali della provincia, i valori promossi dall’Expo 2015. A lanciarlo è l’Associazione provinciale Ristoratori Confcommercio, che in vista dell’apertura del grande evento di Milano chiama a raccolta i suoi oltre 1.200 associati. “L’Expo è l’occasione per mettere in primo piano il rispetto per la materia prima e la valorizzazione delle produzioni locali che contraddistingue il lavoro della ristorazione professionale - spiega il presidente Emanuele Canetti, -. Con l’adesione al “patto”, infatti, ciascun operatore dà visibilità ad un impegno quotidiano che garantisce al cliente un’accurata selezione dei prodotti, attenzione al rapporto cibo-salute, lotta agli sprechi, formazione continua del personale e la diffusione della cultura del cibo”.
Il patto a cui la ristorazione vicentina è chiamata ad aderire, si concretizza in 5 punti. Prima di tutto, come si diceva, l’impegno a privilegiare le produzioni locali e a valorizzare le tradizioni: sempre più spazio, in cucina, ai prodotti agroalimentari del territorio, con particolare attenzione anche a quelli a marchio (DOP, IGP, QV, DOC, DOCG, IGT), le cui caratteristiche saranno illustrate con un’apposita scheda inserita nei menu. Inoltre, il “patto” prevede iniziative di promozione dei piatti tipici con rassegne enogastronomiche o serate a tema e l’impegno a proporre sempre, in tavola, almeno un’etichetta di olio extravergine di oliva di provenienza veneta.
Altro punto vincolante del patto riguarda la riduzione del cibo sprecato (che Italia raggiunge ogni anno un controvalore di 13 miliardi di euro). In questo senso i ristoratori si impegnano a fornire gratuitamente, ai clienti che lo richiedono, un contenitore igienicamente a norma per portare a casa il cibo o il vino ordinato, ma non del tutto consumato. Non solo: verranno ulteriormente ottimizzati i processi produttivi all’interno delle cucine e perfezionata la gestione degli acquisti in modo tale da ridurre ancor più gli scarti.
Terzo punto del patto, l’attenzione all’aggiornamento professionale attraverso la frequenza di specifici corsi sulle tecniche di cucina e pasticceria, a cui si aggiungono interventi formativi mirati a diminuire gli sprechi alimentari e per approfondire le conoscenze sulla sicurezza alimentare e sul rapporto cibo-salute. Anche l’igiene entra nel patto, con i ristoratori aderenti che, in aggiunta alle già numerose e codificate procedure di autocontrollo attuate nell’ambito della loro attività, si impegnano ad effettuare, almeno una volta l’anno, una verifica supplementare di natura microbiologica sulle superfici di lavoro e sugli utensili.
L’ultimo punto vincolante del patto riguarda il tema degli allergeni, con i ristoratori aderenti che oltre a porre particolare rigore nell’applicazione di tutte le procedure previste dai regolamenti in materia, laddove possibile proporranno varianti o soluzioni diverse a quanto proposto in menu per soddisfare le diverse esigenze alimentari.
“Il patto è stato recapitato a tutti i nostri associati e ora siamo nella fase di raccolta delle adesioni – spiega il presidente dei ristoratori Confcommercio Emanuele Canetti -. Chi sottoscrive gli impegni verrà inserito in un’apposita sezione del nostro sito ristoratorivicenza.it ed esporrà materiale informativo specifico. L’auspicio è che anche attraverso questo strumento– continua – il consumatore sia maggiormente informato sulla marcata differenza che esiste tra le attività professionali di ristorazione e altre modalità estemporanee di somministrazione di cibi e bevande - come circoli privati, sagre e altri eventi episodici - che non possono di certo garantire gli stessi standard di sicurezza e di qualità dei nostri locali”.
Per aderire la "patto", basta compilare il modulo allegato alla circolare inviata il 28 aprile ai ristorartori associati, che può essere comunque scaricata dall'area riservata del sito www.ascom.vi.it, previo accesso con le credenziali.
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