Federalberghi ha presentato un ricorso al TAR del Lazio per richiedere la definitiva abolizione dei patti di parity rate, clausole contrattuali imposte dalle multinazionali dell'intermediazione, che non consentono all'albergo di pubblicare "in chiaro" sul proprio sito internet alcune soluzioni che sarebbero molto più vantaggiose per la clientela. Non tutti lo sanno, ma quando un portale promette il miglior prezzo, in realtà sta dicendo che ha proibito all'albergo di offrire un prezzo più conveniente sul proprio sito internet. "Considerato che i tempi tecnici di definizione del ricorso non saranno immediati, -commenta il Direttore Generale di Federalberghi, Alessandro Nucara- chiediamo al Governo di intervenire con urgenza, vietando per legge queste clausole vessatorie, al pari di quanto è avvenuto in Francia pochi giorni fa". La battaglia condotta da Federalberghi tutela tutta la collettività: i cittadini che prenotando direttamente possono usufruire di soluzioni più convenienti; le imprese che oggi pagano ai portali di prenotazione commissioni che possono arrivare anche oltre il 30%; lo Stato italiano che oggi non percepisce nemmeno un centesimo dai colossali guadagni che i portali stranieri realizzano nel nostro Paese. Durante i quattro mesi estivi (giugno-settembre) gli esercizi ricettivi italiani ospitano più di cinquanta milioni di persone, per un totale di circa 250 milioni di pernottamenti, il cinquanta per cento dei quali è riferito alla clientela straniera. "Sulla scorta di quanto finora sancito dall'Antitrust -conclude Nucara- a partire dal 1º luglio chi viaggia per vacanza o per lavoro in Italia potrà beneficiare di una importante opportunità: in applicazione delle nuove regole gli alberghi italiani, se contattati direttamente, potranno offrire condizioni migliorative rispetto a quelle pubblicate sui grandi portali. Un'opportunità in più in vista delle imminenti vacanze estive".
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