Senza il turismo l’economia italiana sarebbe molto diversa e nel 2014 si sarebbe registrato: -11,8% del PIL , -12,8% dell’occupazione, - 12,1% dei consumi interni.
E’ veramente strategico il peso del turismo sull’economia se si pensa che i 94.700 milioni di ricchezza prodotti dalla spesa dei turisti valgono quasi 3 volte il valore aggiunto del settore “Agricoltura” (36.4 miliardi), 3,7 volte il valore aggiunto del comparto “Alimentare” (25,2 miliardi) e 4,3 volte il valore aggiunto del comparto “Moda” (22 miliardi).
Oltre agli effetti diretti sul settore, il turismo ha anche due altre rilevanti caratteristiche :quella di moltiplicare i suoi effetti sull’economia generale ( a 100 euro di valore aggiunto turistico diretto se ne aggiungono 89 attraverso l’attivazione produttiva e di reddito) e di generare buona occupazione, in particolare giovanile e femminile (3,1 milioni di unità di lavoro, il 12,8% del totale). Di questo si è parlato al convegno dal titolo “Futurismo, nuove sfide e opportunità per crescere”, organizzato da Confcommercio Veneto, Confturismo Veneto e Fidimpresa&Turismo Veneto con la partecipazione di esperti nazionali e internazionali, tenutosi a Venezia lo scorso 30 ottobre.
“Il turismo è una vera “locomotiva” per l’economia del Paese e del Veneto- ha sostenuto Massimo Zanon, Presidente di Confcommercio Veneto- e merita grande rispetto e attenzioni, soprattutto da chi ha la responsabilità politica di governarne il mercato. Nutriamo fiducia che oggi finalmente sia a Roma che a Venezia si cominci a operare con un’ottica di maggiore collaborazione tra pubblico e privato, per poter affrontare con coraggio le sfide che il futuro ci presenta sapendo coglierne tutte le opportunità".
“Le imprese non aspettano altro - gli ha fatto eco Marco Michielli, Presidente di Confcommercio Veneto - sono pronte a raccogliere anche i più piccoli segnali di svolta a condizione che percepiscano un “cambio di passo”, anche con riferimento a un maggior rispetto delle regole da parte dei crescenti “imprenditori improvvisati” che si affacciano nel settore e a scelte precise su una diversa politica del credito e su sostegni veri per accompagnare le aziende verso livelli di innovazione più spinta”.
Ma per il futuro c’è la consapevolezza che per elevare la competitività non si può più fare da soli: creare/gestire alleanze strategiche è, per il 13,2% degli operatori, la sfida maggiore che le imprese turistiche si sentono chiamate ad affrontare.
I nuovi investimenti puntano su web e comunicazione. E’ quanto emerge dallo studio che il Ciset–Ca’ Foscari ha realizzato in occasione del convegno.
Al centro dell’indagine - formulata tra settembre e ottobre 2015 su un campione di 120 imprese del turismo in Veneto, già coinvolte nel biennio 2014-2015 nel progetto “Giovani con meno giovani” –c’è il tema degli investimenti, in termini non solo economici, ma anche di idee e innovazione, per accreditare una nuova visione del turismo nella politica.
Con il convegno gli organizzatori si propongono di trasmettere agli operatori, frustrati da una crisi lunga e persistente che ha eroso i margini operativi aziendali e che ne ha fiaccato la vis imprenditoriale, maggiore fiducia nel futuro per affrontare (come è indicato nel sottotitolo) nuove sfide e poter cogliere le opportunità per riprendere a crescere.
Questa visione non pessimistica pone le sue fondamenta su un nuovo modello di collaborazione pubblico-privato che nel turismo, più che in altri settori, è requisito essenziale per costruire e vendere un prodotto (il turismo appunto) che per definizione è complesso nella sua costituzione ed è un mix tra risorse pubbliche “territorio,arte,cultura,trasporti” ad esempio) e private (“ricettività, ristorazione, servizi”, ecc.).
Il settore è maturo, registra un cambio di rotta in tema di investimenti: mentre negli ultimi anni si è guardato soprattutto agli aspetti strutturali (35% tra costruzioni, ampliamenti, restauri, ecc.), nei prossimi anni si intendono privilegiare gli investimenti su aspetti organizzativi/di business (ancora il 35% tra reti di impresa, potenziamento area web, nuovi programmi gestionali, nuovo personale, ecc.) ritenuti più idonei a cambiare la proposta di valore da offrire al mercato e a sviluppare nuovi fatturati.
Aumenta però l’incertezza circa la possibilità di acceso al credito bancario da parte delle imprese (per il 26% degli intervistati) e diventa gioco forza fare leva sulle proprie forze (per il 48% delle imprese), sempre che i margini aziendali lo consentano.
Un credito più accessibile è, assieme a un maggior tasso di legalità, di certezza legislativa e di sburocratizzazione, tra le condizioni per far ripartire gli investimenti .
Per il futuro, l’attenzione al cliente spingerà le imprese a investire sulla formazione, sulle tecniche di vendita (20%), su quelle di accoglienza (16%) e sulle lingue straniere (14%), con una svolta decisa rispetto al biennio passato durante il quale è stato compiuto il massimo sforzo per sviluppare competenze sul web (37%) e sulla comunicazione (27%). Uno sforzo “di base” che è stato apprezzato dalle imprese e che in futuro andrà meglio finalizzato con la ricerca e la formazione di nuovissime figure altamente specializzate : il “communication specialist” (rilevante per il 77% delle imprese) e il “territory seller” (importante per il 75%).
“Il Veneto, con un ricchissimo bouquet di turismi diversi, è il laboratorio ideale per varare nuove strategie in grado di interpretare al meglio i cambiamenti della domanda e adeguarvi l’impegno di imprese e di istituzioni – ha dichiarato il presidente di Confcommercio Veneto e di Fidi Impresa & Turismo Veneto Massimo Zanon – L’obiettivo è lo sviluppo del settore in chiave di competitività e di creazione di nuova ricchezza. La crescita economica sembra stia finalmente tornando. Il tasso di disoccupazione è sceso sotto il 12 % e il turismo si sta confermando come un importante driver della crescita”.
“La sfida è aperta – sostiene il presidente di Confturismo Veneto Marco Michielli - , anche perché - a fronte di dati lusinghieri in termini di arrivi e presenze, ma non altrettanto di fatturati - le analisi diffuse da Confturismo rivelano come la crisi iniziata nel 2008 abbia cambiato le abitudini dei viaggiatori, sia degli italiani che degli stranieri che visitano il nostro Bel Paese”.
La proposta di Confcommercio Veneto e Confturismo Veneto è quella di realizzare insieme alla politica, nazionale e regionale, un deciso cambio di passo.
Cinque sono i punti che la riassumono:
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