Quali saranno i trend del futuro della ristorazione mondiale? Un interessante quadro è stato tracciato in un articolo pubblicato recentemente dalla rivista Mixer, nel quale Marco Oltrona Visconti fa il punto su quanto emerso durante il terzo Global Restaurant Investment Forum di Dubai. L’appuntamento si è svolto nel marzo scorso e ha visto la partecipazione di investitori, ristoratori, food&beverage manager. L’articolo mette in evidenza le caratteristiche del consumatore tipo per i prossimi 10 anni tracciate dal consulente Charles Banks. Ne emergono una serie di trend da tenere certamente in considerazione.
Il primo è che “L’esperienza è tutto”, vale a dire che il cliente futuro del ristorante non si limita ad acquistare un semplice pasto ma “è alla ricerca di un’esperienza estetica e sensoriale”. In tal senso è previsto che saranno privilegiati i locali con le cucine che lavorano in front cooking e che rendono “teatrale” la performance dello chef.
Altro trend è puntare sulla semplicità, perché i consumatori sono alle ricerca di una cucina comprensibile, come dimostra anche il successo dello street food di qualità.Ancora, in ascesa il food delivery: il consumatore, cioè, vorrebbe avere a disposizione la consegna a domicilio anche al di fuori dei canali che tradizionalmente conosciamo in Italia, come quello della pizzeria o del cibo etnico.
“Casual is king” potrebbe essere, secondo l’articolo pubblicato su Mixer, un altro must. Aumenterà cioè la preferenza per una presentazione pratica del cibo, molto vicina allo street food, per facilitare la condivisione.
L’attenzione alla qualità degli ingredienti crescerà sempre più e con essa lo sviluppo del veganesimo e del vegetarianesimo, definiti “linee sicure di new business per quegli imprenditori della ristorazione che vogliano associare la propria immagine alla salubrità del menu”, Attenzione però: salute sì, purchè il cibo mantenga la sua appetibilità.
Il local continuerà il suo trend positivo: il “fatto in casa”, meglio ancora se accompagnato da un certificato di provenienza, sarà vincente. Raccontare il cibo diventa dunque prioritario, meglio ancora se l’ingrediente è di produzione propria dello stesso chef.
Infine, va considerato che il cliente non ama sentirsi “nella massa” e quindi la possibilità di intervenire, con una personalizzazione, nel piatto presente in menu (magari anche solo per la scelta dei condimenti) è sempre più gradita.
Molti di questi trend, in verità, già si intuiscono, ma il fatto di averli individuati a livello globale fa capire quali saranno le direzioni future anche delle grandi catene che influenzano, comunque la si voglia vedere, i gusti e i bisogni dei consumatori.
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