Il problema delle alte commissioni che gli esercenti devono pagare una volta accettati i buoni pasto dal cliente è sempre all’ordine del giorno. Anzi, per certi versi si complica sempre più, intrecciandosi con altre criticità legate, ad esempio, ai buoni pasto elettronici e ai buoni pasto “speciali”. Per questo Fipe Veneto ha posto ancora una volta l’accento sulla situazione insostenibile che vivono gli esercenti, chiedendo alla Federazione Nazionale di attivare azioni a tutela dell’intera filiera.
Quel che è certo, però è che i titolari di pubblici esercizi devono essere sempre più vigili nel siglare i contratti con le società emettitrici, sottoponendoli eventualmente anche alla verifica dei nostri uffici che sono a disposizione per una consulenza in merito. Non mancano, ad esempio, segnalazioni di esercenti che hanno sottoscritto clausole contrattuali penalizzanti, descritte come “obbligatorie” da parte dei commerciali delle ditte emettitrici, mentre in realtà sono facoltative.
Senza contare che i sistemi di verifica online dei pagamenti generano spesso confusione negli esercenti, che devono “spendere” tempo in indagini, telefonate e controlli per verificare che tutto sia corretto.
Ultimamente, poi, le aziende emettitrici stanno distribuendo ai datori di lavoro loro clienti buoni pasto “speciali” sui quali applicano commissioni ancor più onerose per gli esercenti.
A questo si deve aggiungere, come sottolinea la stessa Fipe Veneto, che l’introduzione del buono pasto elettronico ha finito per pesare ulteriormente sulle tasche degli esercenti: infatti, per la lettura delle card, occorre dotarsi di apposito lettore (purtroppo uno per ogni società emettitrice), il cui costo di noleggio ricade interamente sull’esercente, senza contare le commissioni aggiuntive a “strisciata”. Anche qui, dunque, attenzione ai costi e alla commissioni, verificando quanto previsto dal contratto.
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