Dal 1 gennaio 2018 è entrato in vigore il nuovo regolamento comunitario (EU2283/2015) sul novel food, ovvero il cibo che comprende gli insetti. Tali norme sui “nuovi cibi” semplificano le procedure per ottenere le autorizzazioni necessarie all’allevamento, al commercio, e al relativo consumo degli insetti anche in Italia. Grilli, cavallette, camole della farina e altro ancora potranno quindi essere gli ingredienti dei nostri piatti, così come accade già in altri 113 paesi del mondo. E se ora è difficile pensare ad una cucina di casa nostra fatta con questi ingredienti - fra l’altro ricchi di proteine e derivanti da allevamenti molto più sostenibili per l’ambiente rispetto ai più tradizionali animali di grande taglia – è facile che la cultura alimentare e gastronomica si ampli presto verso l’entomofagia, ovvero la pratica di mangiare gli insetti. Del resto il business degli insetti, delle farine da essi derivate, ecc. è già iniziato; il primo e commerce di cibi di questo tipo, aperto in Europa, è veneto. Si tratta del sito 21bites.com ed ha sede a Londra. Al momento, infatti, in Italia non esiste una legislazione interna, benché il regolamento Ue sui Novel Food risalga al 2015, per cui ad oggi gli insetti si possono importare, essere messi in vendita e consumati, ma non allevati.
Secondo quanto riportato da “Il Fatto Quotidiano”, in un articolo del 31 dicembre scorso, le prospettive su mercato degli insetti sono piuttosto rosee: in base ad una previsione di Global Market Insignts, nel 2023 supererà il mezzo miliardo di dollari. E il solo mercato europeo si attesterà sui 46 milioni di dollari. Secondo Persistence Market Research, che ha analizzato le prospettive dal 2016 fino al 2024, l’Europa potrà godere di un tasso di rendimento medio (CAGR), nel periodo considerato, del 7.3%, il più alto fra le regioni analizzate (Europa, Nord America, Asia e Pacifico, Medio Oriente e Africa). Qualunque sia la paternità della ricerca, tutti gli istituti indicano l’Europa come una regione con un ottimo tasso di crescita.
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