In Veneto il turismo è “in continuo crescendo” e Vicenza è la provincia che può dirsi più soddisfatta. A certificarlo, in un report che ha proprio questo titolo e che è stato diffuso nei giorni scorsi, è la Regione Veneto. I numeri del Veneto nel 2017 sono quasi tutti preceduti dal segno ‘più’ nel confronto con gli anni precedenti: rispetto al 2016 crescono, infatti, gli arrivi (oltre 19 milioni, +7,4%), le presenze (circa 70 milioni, +5,8%), gli italiani (+ 5,2% negli arrivi e +3% nelle presenze), gli stranieri (+8,6% negli arrivi e +7,1% nelle presenze), la spesa dei turisti stranieri (+5,7%), gli arrivi nelle singole Province e in ogni comprensorio (città d’arte, mare, lago, terme, montagna) e per ogni tipologia di struttura ricettiva. Segno ‘più’ che ritroviamo anche nelle stime dei primi tre mesi di quest’anno, a confermare le ottime prospettive per il turismo del Veneto anche nel 2018.
“Quando si parla di turismo del Veneto è diventata un’abitudine parlare anche di record – è il commento di Federico Caner, assessore al turismo della Regione del Veneto -. Da una parte siamo soddisfatti e orgogliosi dei risultati che stiamo ottenendo, dall’altra siamo attenti a non considerare i primati come una normalità certa e definitivamente acquisita: il turismo non è né una scienza esatta né un’idea codificata, è un insieme di molte componenti, costantemente esposto ai mutamenti sociali ed economici, alle politiche internazionali, alla moda, alle condizioni meteo... La parola d’ordine per tutti, operatori privati e amministratori pubblici, anche dopo questo nuovo exploit, è: da qui si riparte per migliorare ancora”.
Come si diceva, Vicenza è la provincia che registra un tasso di crescita più alto: rispetto al 2016 gli arrivi sono aumentati del 14,4% e le presenze dell’8,2% in tutto il comparto, mentre, focalizzando sul solo alberghiero, l’incremento è rispettivamente del 13,6% e del 5,9%.Tornando ai dati regionali, sono anche altri gli indicatori interessanti. Ad esempio che il Veneto continua a detenere il record delle presenze in Italia (65 milioni), staccando nettamente Trentino Alto Adige e Toscana (rispettivamente ferme a 49 e 44 milioni). E anche allargando lo sguardo a tutta l’Europa, la nostra regione si colloca al quarto posto per arrivi e al settimo per presenze, dove svettano destinazioni come l’Ile de France e le Canarie.
Restando sul “terreno estero”, il report regionale fa un confronto tra il 2010 e il 2017 per capire quali sono stati i mercati “maturi” con la crescita maggiore e qui svetta la Cina (+179,4%), seguita dalla Polonia (+58,9%), Russia (+57,1%) e Regno Unito (+50,4%). Bene comunque anche il Paese che più di tutti premia l’Italia, vale a dire la Germania, cresciuta in 7 anni di un lusinghiero 29.8%.Ma quanto spendono i turisti stranieri in Italia: secondo il report regionale siamo a quota 5,8 miliardi di euro, con un aumento del 5,7% rispetto al 2016, da imputarsi in larga parte alla clientela business (che ha speso mediamente il 10,9% in più).
Infine un focus sui comprensori. Le città d’arte sono cresciute del 9,3% in arrivi e del 9,7% in presenze; il mare del 6,4% in arrivi e 5,5% in presenze; il lago del 3,6% in arrivi e del 3,9% in presenze; le terme del 6,9% in arrivi e 2,3% in presenze. L’unico dato poco brillante, emerso nel report regionale, riguarda le presenze della montagna, calate del 3,2% (mentre gli arrivi sono aumentati del 3,6%).
Un calo “attribuibile – ha affermato l’assessore – essenzialmente alla scarsità di neve e alle poco favorevoli condizioni climatiche nella stagione invernale 2016-2017. Esiste, obiettivamente, la necessità di riqualificare e ammodernare l’offerta montana – ha continuato Federico Caner - in termini di strutture, di servizi e di ospitalità complessiva, anche per recuperare competitività con le vicine realtà provinciali a statuto speciale”.
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