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AFFITTI BREVI, COLPO DA KO PER I GRANDI PORTALI

Sentenza della Corte di Giustizia europea: Airbnb dovrà versare la cedolare secca. Federalberghi: “sentenza importante, che promuove la trasparenza e contrasta l’evasione fiscale”

martedì 27 dicembre 2022
AFFITTI BREVI, COLPO DA KO PER I GRANDI PORTALI AFFITTI BREVI, COLPO DA KO PER I GRANDI PORTALI
Fonte: Confcommercio Nazionale

Airbnb deve riscuotere e versare allo Stato italiano la cedolare secca sugli affitti brevi. È il “succo” della sentenza pronunciata il 22 dicembre a Lussemburgo dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea a conclusione di una vertenza iniziata nel 2017.

Nell’esprimere apprezzamento il pronunciamento della Corte il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, ricorda che “la Federazione è intervenuta nel giudizio al fianco dell'Agenzia delle Entrate per promuovere la trasparenza del mercato, nell'interesse di tutti gli operatori, perché l'evasione fiscale e la concorrenza sleale danneggiano tanto le imprese turistiche tradizionali quanto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza. La sentenza segna un punto importante, ma resta del percorso da compiere. I prossimi passi toccano al Consiglio di Stato, che dovrà pronunciarsi recependo la sentenza europea, per consentire poi all’Agenzia delle Entrate di recuperare le imposte non pagate durante sei anni di sfacciata inadempienza, applicando le relative sanzioni”.

"In parallelo - conclude Bocca - chiediamo al Governo e al Parlamento di mettere ordine nella giungla degli appartamenti a uso turistico, che si nascondono dietro la foglia di fico della locazione, ma in realtà operano a tutti gli effetti come strutture ricettive e quindi devono essere soggetti alle medesime regole di base previste per alberghi, affittacamere e bed and breakfast".


ALCUNI DATI SU AIRBNB E SUGLI AFFITTI BREVI
(fonte: elaborazioni Incipit consulting e Centro Studi Federalberghi su dati Inside Airbnb)

Le bugie della sharing economy
Ad agosto 2022, gli annunci relativi ad alloggi italiani pubblicati su Airbnb erano 440.305. L’analisi dei dati, conferma, ancora una volta, le quattro grandi “bugie” della cosiddetta sharing economy:

  • non è vero che si condivide l’esperienza con il titolare. Più di tre quarti degli annunci (l'81% si riferisce all’affitto di interi appartamenti, in cui non abita nessuno.
  • non è vero che si tratta di forme integrative del reddito. Sono attività economiche a tutti gli effetti. Quasi due terzi degli annunci (il 64,9%) sono pubblicati da persone che amministrano più alloggi, con casi limite di soggetti che ne gestiscono più di 6.000.
  • non è vero che si tratta di attività occasionali. Più della metà degli annunci (il 57,8%) si riferisce ad alloggi disponibili per oltre sei mesi l’anno.
  • non è vero che le locazioni brevi tendono a svilupparsi dove c’è carenza di offerta. Gli alloggi sono concentrati soprattutto nelle grandi città e nelle principali località turistiche dove è maggiore la presenza di esercizi ufficiali.


La top 20 dei Comuni
Il Comune con più alloggi disponibili su Airbnb è Roma, con 23.899 annunci, seguito da Milano (18.416), Firenze (10.576), Venezia (7.677), Napoli (7.313) e Palermo (5.561).

La distribuzione degli alloggi per regione
La Regione con più alloggi disponibili su Airbnb è la Toscana, con 59.058 annunci, seguita da Sicilia (56.099), Lombardia (44.460) e Puglia (41.573).

ATTENZIONE: La notizia è riferita alla data di pubblicazione dell'articolo indicata in alto, sotto il titolo. Le informazioni contenute possono pertanto, nel corso del tempo, subire delle variazioni non riportate in questa pagina, ma in comunicazioni successive o non essere più attuali.

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