Con l’approvazione del DL Aiuti, avvenuta ieri al Senato, diventa legge il tetto del 5% alle commissioni a carico degli esercenti (bar, ristoranti, esercizi di vicinato, supermercati…) nelle gare per l’acquisto dei buoni pasto destinati ai dipendenti pubblici.
“Questo è un primo grande risultato che risponde al disagio tantissime imprese, anche del Vicentino, che avevano per questo aderito allo “sciopero” dello scorso 15 giugno - afferma soddisfatto Gianluca Baratto, presidente di Fipe Confcommercio Vicenza -. Per assicurare ogni giorno il servizio ai lavoratori muniti di buono pasto queste imprese sono infatti costrette a pagare, attraverso le commissioni, una “tassa occulta” che in Veneto, con l’ultima gara Consip dei buoni pasto per i dipendenti pubblici, è arrivata a superare il 15%. Ora, almeno per questo settore, ci sarà un limite certamente più ragionevole. Ma la battaglia che abbiamo portato avanti come Fipe e Fida, le due Federazioni Confcommercio in prima fila su questo delicatissimo tema, non si ferma – prosegue il presidente Baratto -: bisogna arrivare ad una riforma strutturale del sistema dei buoni pasto, per intervenire anche sulle gare private, che non sono interessate dal provvedimento appena approvato e che, tuttavia, valgono due terzi del mercato”.
Se ne tornerà a parlare, molto probabilmente, con la discussione della prossima Legge di Bilancio: “Il pressing della Federazione dei Pubblici esercizi Fipe Confcommercio e della Distribuzione alimentare Fida Confcommercio non si arresta – spiega Baratto -. L’obiettivo è quello di porre fine alle pesanti distorsioni che ancora caratterizzano il mercato dei buoni pasto in Italia. Chiaro che molto dipenderà, ora, anche da come si uscirà dalla crisi che si è aperta ieri proprio sulla votazione del Dl Aiuti, visto che l’interlocutore è il ministero dell’Economia e delle Finanze”.
Nel frattempo, si attende la prossima gara Consip, del valore di oltre 1,2 miliardi di euro destinati ai buoni pasto per i dipendenti pubblici: sarà un banco di prova per valutare l’efficacia di queste nuove regole nel segnare una profonda discontinuità con le precedenti gare che hanno portato a commissioni insostenibili per i pubblici esercizi e che a cascata hanno influito anche sulle commissioni applicate nel privato.
“Il buono pasto prevede importanti vantaggi sia per le imprese con la decontribuzione, sia per il lavoratore con la defiscalizzazione - conclude il presidente di Fipe Confcommercio Vicenza -, ma occorre mettere al centro la salvaguardia del suo valore reale lungo tutta la filiera, da quando viene acquistato dal datore di lavoro a quando viene speso dal lavoratore e incassato dal pubblico esercizio o dal dettaglio alimentare”.
ATTENZIONE: La notizia è riferita alla data di pubblicazione dell'articolo indicata in alto, sotto il titolo. Le informazioni contenute possono pertanto, nel corso del tempo, subire delle variazioni non riportate in questa pagina, ma in comunicazioni successive o non essere più attuali.