Il ministro della Salute Roberto Speranza riferirà martedì 6 ottobre alle Camere sul nuovo Dpcm anti-Covid e sulla proroga dello stato di emergenza, poi in Consiglio dei ministri verranno adottati i relativi provvedimenti. La proposta del governo alle Camere è di prorogare lo stato di emergenza fino al 31 gennaio 2021 e introdurre l'obbligo di mascherine in tutta Italia, mentre sembrerebbe scongiurata, al momento, la misura, che era stata anticipata dai principali quotidiani nazionali, di una limitazione di orari per i pubblici esercizi.
Ma il "coprifuoco" per bar e ristoranti rimane sullo sfondo e non è detto che non torni 'dattuali in caso di un peggioramento nell'indice dei contagi da Covid-19. Da qui la presa di posizione di Fipe Confcommercio Vicenza e della federazione nazionale.
“Rispondere ad una legittima preoccupazione sull’aumento dei contagi da coronavirus con provvedimenti incomprensibili e irrazionali come l’anticipo della chiusura di bar e ristoranti non solo danneggia gravemente un settore già in difficoltà, ma soprattutto può essere controproducente innescando comportamenti potenzialmente pericolosi”. Gianluca Baratto, presidente di Fipe-Confcommercio Vicenza (l’associazione dei titolari di pubblici esercizi come bar e ristoranti) esprime con forza il dissenso della categoria sull'ipotresi di chiusure anticipate, facendosi portavoce della domanda che è sulla bocca di tutti gli operatori del settori in queste ore: “Ma dove pensano che andranno le persone e soprattutto i giovani, ad esempio il sabato dopo le 23.00? A casa? O non cercheranno invece un modo per proseguire la serata, assembrandosi in qualche luogo privato se non in qualche circolo “border line”, dove molto probabilmente non esistono né controlli sul distanziamento, né sanificazione, né quant’altro?”.
La sensazione, sostengono baristi e ristoratori, è che il Governo punti il dito su alcuni comparti, perché è impossibilitato a risolvere situazioni ben più critiche, dove è troppo complesso intervenire: “C’è un’incongruenza evidente sul fatto che alle stesse persone che la mattina si trovano ammassate sui mezzi pubblici dove è spesso impossibile mantenere il minimo distanziamento – prosegue il presidente Baratto – venga impedito qualche ora dopo di stare sedute al tavolo di un bar o ristorante, dove invece ci sono gli spazi prescritti per legge, c’è una continua sanificazione e c’è la sorveglianza del personale sui comportamenti. Ciò che non deve essere dimenticato, in segno di rispetto di noi imprenditori, sono gli enormi sforzi, in termini economici ed organizzativi, intrapresi per svolgere l’attività in sicurezza. Sforzi che Fipe Confcommercio nazionale sta in queste ore ulteriormente evidenziando sui tavoli ministeriali per esporre con forza le nostre ragioni”.
Il messaggio lanciato da Fipe Confcommercio Vicenza vuole evidenziare l’“abbaglio” in cui il Governo rischia di incorrere se dovesse prossimamente pensare a questa misura: “Chiudere i locali – conclude il presidente Gianluca Baratto - non può che trasformarsi in un “liberi tutti”, perché socialità e divertimento uscirebbero dalla sfera della legalità per trasferirsi in luoghi di fatto incontrollabili. La sicurezza è dentro i locali, non fuori: lasciamo che ristoratori e baristi continuino a lavorare come hanno fatto egregiamente in queste settimane, e sollecitiamo i cittadini a collaborare ancor più tenendo comportamenti virtuosi all’interno dei locali pubblici, aspetto fondamentale per il rispetto della salute di tutti”.
Fipe: "Chiusura locali alle 23 sarebbe scelta autolesionista"
"Incrementare i controlli, vigilare sul rispetto dei protocolli adottati a maggio e sanzionare chi non applica le misure di sicurezza, a cominciare dal distanziamento tra i tavoli". Sono queste le indicazioni con cui Fipe-Confcommercio, la Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi, ha risposto alle indiscrezioni che circolavano nei giorni scorsi su una possibile stretta degli orari di apertura di bar e ristoranti. "Imporre la chiusura dei locali alle 23 - sottolinea il presidente Lino Enrico Stoppani - sarebbe un atto di puro autolesionismo per il Paese e un'inutile punizione per il settore. Se l'obiettivo è quello di contrastare le aggregazioni, l'unico effetto che si ottiene così facendo è far riversare le persone in strada senza più alcun controllo".
"Abbiamo lavorato per mesi - ha osservato Stoppani - a un protocollo in grado di garantire sicurezza e lavoro e ora si vorrebbero annullare questi sforzi a danno di un settore già duramente colpito dal lockdown e dal perdurare della crisi". "Mi auguro - ha concluso Stoppani -che si tratti di una indiscrezione senza fondamento e che, al contrario, ci si prepari ad incrementare i controlli su tutti coloro, imprese e cittadini, che non rispettano le regole. Questo sì che sarebbe un bel segnale di serietà e di rispetto per chi svolge correttamente il proprio lavoro mettendo al primo posto la sicurezza".
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