Con i contagi che ritornano a risalire,il governo e il CTS lavorano al passaporto vaccinale. Si parla di estendere l'obbligo del green pass per l'accesso ai mezzi di trasporto, come aerei e treni, o per assistere a eventi sportivi o culturali, ma anche - molto meno probabile- per entrare in un bar o ristorante, su modello francese. La questione sarà al vaglio della cabina di regia in programma lunedì o martedì prossimo.
Nei giorni scorsi, con una dichiarazione all’ANSA, Roberto Calugi, Direttore generale di Fipe-Confcommercio, ha espresso la contrarietà della categoria in merito alla questione del green pass obbligatorio per entrare nei ristoranti e bar, sulla sorta della decisione dei francesi. "La campagna vaccinale va sostenuta, incoraggiata e, possibilmente, velocizzata – ha dichiarato Calugi -. Questa è la nostra migliore arma per un ritorno alla stabilità delle nostre vite. Quello che tuttavia non è accettabile – ha aggiunto - è che, per raggiungere l'immunità di gregge, si finisca per penalizzare sempre le solite categorie. I pubblici esercizi hanno pagato più di ogni altro settore nei 16 mesi della pandemia, sia in termini di perdita di fatturati che in termini di posti di lavoro. Andare ancora una volta a pesare sulle nostre attività significa compromettere la ripartenza".
Il presidente della FIPE – Confcommercio di Vicenza, Gianluca Baratto, intervistato sullo stesso tema da Il Giornale di Vicenza, ha dichiarato che il green pass per entrare nei pubblici esercizi rappresenta “l’ultima spiaggia” per non rischiare di compromettere il futuro delle attività. “La cosa più importante – ha detto - è non dover chiudere di nuovo i locali. Oggi la mia categoria sta lentamente riprendendo a lavorare, interrompere questo tribolato percorso sarebbe un disastro colossale”.
ATTENZIONE: La notizia è riferita alla data di pubblicazione dell'articolo indicata in alto, sotto il titolo. Le informazioni contenute possono pertanto, nel corso del tempo, subire delle variazioni non riportate in questa pagina, ma in comunicazioni successive o non essere più attuali.