“Le proposte ora sono tutte sul tavolo. Sta al Governo dimostrare, con passi concreti, che considera realmente prioritario il sostegno e il rilancio del settore dei pubblici esercizi; un comparto che in Italia vale 300 mila imprese, occupa un milione e 200 mila persone e che nel 2020 è arrivato al collasso, a causa di perdite di fatturato di almeno il 40%”. Gianluca Baratto, presidente della Fipe-Confcommercio provinciale, l’associazione che rappresenta oltre 4.500 imprese vicentine tra bar, ristoranti, pizzerie, trattorie, imprese del catering, commenta così l’incontro avvenuto lunedì 18 gennaio tra le rappresentanze del comparto e il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, che ha visto partecipare i vertici della Fipe nazionale, a cominciare dal presidente Lino Enrico Stoppani.
Al tavolo, la Federazione ha portato un piano concreto in tre mosse che ora sarà valutato dal Governo. La prima mossa è quella di “programmare la ripartenza”, attraverso un tavolo di confronto con Mise, ministero della Salute e CTS per rivedere i Protocolli sanitari a fronte anche dalla campagna vaccinale in corso. Obiettivo: riaprire anche nelle ore serali ed anche quando oggi è vietato, ad esempio in “zona arancione” almeno nei locali a più ampia metratura. “Siamo disposti– spiega il presidente Baratto -, a ridiscutere i Protocolli sanitari ed a trovare la soluzione per l’apertura. E incomprensibile che in zona arancione tutto il commercio sia aperto meno che noi e che addirittura vietino l’asporto ai bar dopo le 18 per evitare il consumo di alcol sulle vie, come se gli stessi prodotti che offriamo noi non si potessero comprare altrove”. Un primo passo in tal senso, c'è stato già giovedì 21 gennaio, quando si è tenuta una riunione, presieduta dal sottosegretario del Mise Alessia Morani, tra i vertici di Fipe Confcommercio ed alcuni componenti del Comitato tecnico scientifico (assistiti da rappresentanti dell’Inail e dell’Istituto Superiore di Sanità). Durante l’incontro sono state presentate alcune proposte per una possibile e graduale riapertura in sicurezza delle attività di somministrazione. Il Cts ha manifestato grande attenzione e si è riservato di valutare le proposte nel merito già nel corso della prossima settimana.
Accanto alla necessaria ripartenza, i vertici nazionali di Fipe hanno chiesto al ministro Patuanelli anche adeguati e immediati interventi economici, a cominciare da un contributo a fondo perduto parametrato alla perdita annua di fatturato (2020 su 2019); l’estensione fino ad aprile del credito d’imposta sui canoni di locazione; l’introduzione di norme ad hoc per la rinegoziazione degli affitti, incentivandone la riduzione con una cedolare secca del 10% per i proprietari che concedono un taglio del 30% dei canoni. E poi esenzioni fiscali sull’Imu degli immobili strumentali, interventi sulla fiscalità (esenzioni Tosap, Tassa rifiuti, Imposta pubblicità), nonché un azzeramento dell’Iva sulla somministrazione durante il periodo di crisi, così da aiutare le attività che rimangono consentite. E poi le misure sul lavoro, perché gli ammortizzatori sociali rischiano di arrivare al massimo a fine marzo e servono certamente almeno altre 18 settimane di Fis e Cassa Integrazione in deroga.
L’ultima mossa contenuta nelle proposte presentate durante l’incontro con il Governo riguarda il così detto “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”, che a fronte di 222 miliardi di euro di risorse stanziate, di cui solo 8 destinate a turismo e cultura, mai una volta nomina la parola ristorazione, “dimenticando - sottolinea il presidente provinciale Baratto – una delle motivazioni principali che porta i turisti in Italia, vale a dire l’enogastronomia”.
Anche se in questo momento gli occhi di tutti sono puntati sulla risoluzione della crisi politica in atto, i ristoratori non demordono: “nessuno come noi ha visto così tante volte cambiare le carte in tavola nella propria attività – afferma Gianluca Baratto -, con protocolli sanitari prima assegnati e rispettati, con i relativi costi, che non sono serviti a tenerci aperti, nonostante non ci sia nessuna correlazione tra fare somministrazione e i contagi. Noi chiediamo una prospettiva certa di riapertura, anche graduale ma stabile – conclude il presidente di Fipe Confcommercio Vicenza –: è una questione di sopravvivenza, ma anche di rispetto della nostra dignità di imprenditori e di quella dei nostri collaboratori”.
Ora si attendono le riposte del Governo, a cominciare dai contenuti del prossimo Decreto Ristori, anche se già durante l’incontro, come fa sapere Fipe Confcommercio nazionale, si è registrata apertura e disponibilità da parte del Ministro Patuanelli, che ha ritenuto condivisibili le considerazioni e le richieste fatte e ha confermato lo stanziamento di ulteriori ristori perequativi e progressivi, rapportati alle perdite di fatturato.
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