Piano piano il turismo riparte: l’estate 2021 significherà vacanze per 32,5 milioni di italiani, pari al 54,5%. Meglio rispetto allo scorso anno, anche se il confronto con il 2019 fa emergere una “perdita” di 2,1 milioni di turisti (-2,6% in percentuale). A dirlo è l’indagine Federalberghi sul movimento degli italiani per l’estate 2021, realizzata con il supporto tecnico dell’Istituto ACS Marketing Solutions. La ripresa non si avverte però ancora nelle città d’arte e nelle località meta tradizionale dei turisti stranieri: nei primi mesi del 2021 a Venezia, Roma e Firenze il tasso di occupazione delle camere è infatti crollato di oltre il 70% rispetto al 2019. Ma vediamo nel dettaglio i risultati della ricerca.
IN VACANZA PER QUANTO TEMPO – La durata media della vacanza principale sale a dieci notti contro le nove del 2020. Diminuisce quindi di quasi dieci punti percentuali (da 57,1% a 48,9%) il numero di coloro che passeranno da 4 a 7 notti fuori casa e di quanti faranno anche delle vacanze brevi (1,3% contro il 2% del 2020). Sostanzialmente stabili, invece, quanti si potranno permettere un week end o poco più (da 7,8% a 7,4%). Chi ha dovuto accorciare la vacanza lo ha fatto principalmente perché il budget si è ridotto (73,9% degli intervistati), perché trova che i prezzi siano aumentati (23,9%) e perché parte delle ferie è stata consumata durante il corso dell’anno (21,7%).
LE METE PREFERITE – Il 93,3% degli italiani che ha effettuato o effettuerà una vacanza nel corso dell’estate rimarrà in Italia, per un totale di 30,1 milioni di persone. All’estero andrà il 5,1% contro il 2,8% nel 2020, mentre l’1,6% è ancora indeciso.
LA VACANZA IN ITALIA – Il mare si conferma la meta preferita dagli italiani, anche se in leggera flessione rispetto allo scorso anno (75% rispetto al. 77%), seguito dalla montagna (9,7%) e dalle città d’arte (4,7%). Per queste ultime c’è un leggero aumento rispetto al 2020 (+2,5%), ma restano ancora ben lontane dai livelli pre-Covid (9,5% nel 2019).
VIAGGIO E MEZZO DI TRASPORTO – Il 38,8% sceglierà una regione lontana dalla propria abitazione (nel 2020 era il 19,3%), mentre il 36,5% trascorrerà le vacanze nella propria regione di residenza (era il 56,6% nel 2020). Il 53,7% degli intervistati ha deciso di muoversi in automobile, mentre il 31,2% torna ad utilizzare l’aereo (11,4% nel 2020).
SPESA MEDIA E GIRO D’AFFARI – La spesa media complessiva (comprensiva di viaggio, vitto, alloggio e divertimenti) stimata per tutto il periodo estivo si attesta sugli 876 euro a persona. Il giro d’affari complessivo è di 22,7 miliardi di euro (+58,7% sul 2020). La vacanza principale costerà 833 euro a chi rimane in Italia e 1.425 euro a chi va all’estero. Nel 2019 il giro d’affari era stato di 14,3 miliardi di euro (+58,7% circa).
DISTRIBUZIONE DELLA SPESA – Il 27,5% del budget di chi va in vacanza è destinato ai pasti (colazioni, pranzi e cene), il 21,4% al pernottamento, il 19,5% alle spese di viaggio, il 15,7% allo shopping e il 15,9% a tutte le altre spese (divertimenti, escursioni e gite).
DOVE DORMIRE – L’albergo rimane la scelta privilegiata con il 25,2% delle preferenze. Seguono la casa di parenti o amici (23%), la casa di proprietà (13,8%), la casa in affitto e il b&b (entrambi all’11,1%).
MESI PIÙ GETTONATI – Solo lo 0,8% degli italiani che hanno effettuato o effettueranno un periodo di ferie durante l’estate 2021 ha scelto giugno per la propria vacanza principale. Luglio è stato scelto dal 14,1%, mentre agosto si conferma il mese leader con il 68,2% delle preferenze. Settembre, infine, “pesa” per il 14,3%
SCELTA DELLA DESTINAZIONE – Per la scelta della località di villeggiatura gli italiani si lasciano guidare nel 52,6% dei casi dalla ricerca delle bellezze naturali, nel 29,4% dalla voglia di relax, nel 28,9% dalla facilità di raggiungimento.
ATTIVITA’ IN VACANZA – Vincono le passeggiate (64,6%), seguite da pranzi e cene al ristorante (58,5%), drink con gli amici (54,7%), serate in compagnia di amici (54,2%), escursioni e gite per conoscere il territorio (33,1%). Da notare che a causa del coronavirus, i vacanzieri rinunceranno alle serate in discoteca o nei locali notturni (29,6%) e ad andare al cinema o a teatro (23,3%). Il 26,7% non ha comunque intenzione di rinunciare a nessuna attività.
CHI RESTA A CASA – Il 45,2% della popolazione, pari a 26,8 milioni di persone, non farà vacanze tra giugno e settembre rispetto al 39,5% del 2019. Si resta a casa principalmente per motivi economici (42%), a seguire i motivi familiari (29,3%) e gli impedimenti di salute (27,9%).
Bocca: “un buon auspicio per il Paese, ma pesa la perdita del fatturato nei primi sei mesi dell’anno”
“Che il movimento turistico degli italiani in questa estate 2021 stia riprendendo quota non può che essere una buona notizia. Questo è un passaggio essenziale che ci dà la misura di quanto sia stata significativa la campagna vaccinale messa in atto dal nostro Governo in modo radicale. Con la percentuale sempre crescente di vaccinati, la paura di nuovi contagi sembra infatti diminuire rispetto allo scorso anno, malgrado il manifestarsi delle nuove varianti”: così il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, per il quale “le ultime norme sul green pass hanno tuttavia generato qualche incertezza che potrebbe ripercuotersi sull’andamento della stagione in corso. A fronte di queste impreviste restrizioni che prevederebbero il controllo della certificazione verde nei ristoranti interni all’hotel anche per gli alloggiati, si teme che vi possano essere cancellazioni. Ricordiamo che gli albergatori hanno già posto in essere con la clientela contratti di mezze pensioni che nessuno vorrebbe assolutamente disattendere”.
Quanto al primato degli alberghi nella scelta del tipo di soggiorno, Bocca rileva che si tratta di “una tendenza che non ci stupisce. Allo stato attuale, infatti, l’albergo è probabilmente il luogo in assoluto più sicuro in merito alle cautele ed alle garanzie contro la diffusione del virus. Applichiamo un protocollo rigorosissimo che tutela sia gli ospiti delle nostre strutture che i collaboratori che lavorano all’interno. Le regole che seguiamo sono molto rigide e chi viaggia sa quanto questo sia prezioso per opporre ogni ostacolo al contagio”.
Per quanto riguarda infine l’aumento del giro d’affari - che comunque per le imprese ricettive significherà un aumento degli incassi pari a soli 5 miliardi, insufficiente a compensare le perdite subite dall’inizio del 2021 – il presidente di Federalberghi sottolinea che "in tempi normali canteremmo vittoria. Ma sfortunatamente troppe ferite sono ancora aperte nel nostro comparto. Abbiamo pagato più di altri le conseguenze dovute al dramma della pandemia: non possiamo dimenticare che nei primi sei mesi dell’anno nel settore ricettivo sono già andati persi 6,7 miliardi di euro in termini di fatturato. Per noi i risultati concreti vanno calcolati non solo in relazione ad una stagione isolata, bensì nell’arco di un intero anno. Diciamo che l’estate 2021 è un buon punto di partenza, nella speranza che il trend continui ad essere positivo. Purché ci vengano risparmiate sorprese dell’ultima ora”.
ULTERIORI INFORMAZIONI SUL MERCATO TURISTICO
Le presenze negli alberghi
A seguito dell'emergenza sanitaria Covid-19, nel 2020 sono andate perse 228 milioni di presenze (-52,3% rispetto al 2019), con un calo di fatturato del settore ricettivo pari al 54,9%. La crisi non è ancora passata: nei primi sei mesi del 2021 le presenze totali sono state 115 milioni in meno rispetto a quelle dello stesso periodo del 2019 (-67,3%).
Fonte: Osservatorio Federalberghi
I turisti stranieri
In un anno normale, i turisti stranieri generano il 51,8% degli arrivi estivi, quota di mercato che si è sensibilmente ampliata negli ultimi anni (era il 46% nel 2010). E’ pertanto facilmente comprensibile quanto pesino le oggettive difficoltà negli spostamenti internazionali e la generale riluttanza ai viaggi su lunga distanza. È il tedesco la lingua più parlata sotto il solleone. La Germania è di gran lunga il nostro principale mercato, con 7,3 milioni di arrivi e 38,2 milioni di presenze durante l’estate, seguita da Stati Uniti (3,1 mln di arrivi e 8,5 mln di presenze) e Francia (2,4 mln di arrivi e 7,9 mln di presenze.
Fonte: elaborazioni Federalberghi su dati ISTAT
I lavoratori nel turismo
Se non ci fosse stata la pandemia, a luglio le imprese del turismo avrebbero dato lavoro a più di un milione e mezzo di lavoratori dipendenti. A giugno 2021, solo nel settore alberghiero, sono andati persi 74 mila posti di lavoro stagionali e temporanei di varia natura rispetto allo stesso mese del 2019 (-38,3%), come se si fosse azzerato il numero degli addetti alle fabbricazione di calzature. Nonostante il blocco dei licenziamenti, nel 2020 si sono persi quasi 20 mila occupati a tempo indeterminato, segno che le persone hanno preferito lasciare il settore. Basti considerare che da aprile 2020 a maggio 2021, le ore di cassa integrazione autorizzate per i lavoratori degli alberghi e dei ristoranti sono state 841,1 milioni.
Fonte: elaborazioni Federalberghi su dati INPS
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