venerdì 23 luglio 2021
C’è preoccupazione, tra i pubblici esercizi vicentini, per la decisione del Governo di introdurre, dal 6 agosto prossimo, l’obbligo di Green Pass per chi intende sedersi al chiuso nei bar e ristoranti. Se ne fa portavoce Gianluca Baratto, presidente di Fipe-Confcommercio Vicenza, la Federazione dei Pubblici Esercizi che era andata in pressing sul Governo per evitare questa nuova doccia fredda per la categoria.
“Abbiamo sempre visto il Green Pass come l’ultima soluzione da adottare qualora la situazione fosse talmente grave da portare alla chiusura dei nostri locali, che va assolutamente evitata – è il suo commento -. Applicare oggi l’obbligo per le nostre attività ci sembra però una decisione fortemente penalizzante e prematura, visto che il raggiungimento della soglia della “immunità di gregge” è a portata di mano. Capisco l’intenzione del Governo di accelerare la campagna vaccinale per arrivare in fretta al massimo livello di copertura possibile, ma l’obiettivo andava ottenuto con l’informazione e con l’efficienza organizzativa, non colpendo ancora una volta le imprese che sono state già fortemente penalizzate dall’emergenza Covid-19”.
Tante le incognite che il nuovo Decreto porta con sé, prima tra tutte il nodo dei controlli. “A parte i dubbi legati al fatto che noi non siamo dei pubblici ufficiali e il nostro lavoro non è certo quello di fare i controlli – spiega il presidente di Fipe Confcommercio -, va detto che dedicare personale a questo scopo è un ulteriore onere per le nostre aziende e in molti casi diventa anche impraticabile nella normale gestione dell’attività. L’App ufficiale di lettura del Pass aiuterà, certamente, ma sappiamo che i malfunzionamenti sono sempre in agguato: in quei casi che si fa, si mette il cliente alla porta? Se questa cosa non sarà gestita correttamente si rischia il caos e potrà avere un ulteriore effetto dissuasivo nel frequentare i locali. E poi – aggiunge Baratto – come si fa per le famiglie o i gruppi dove ci sono sia persone vaccinate che non vaccinate? Oggi la soluzione può essere posizionarle all’aperto, se non piove, ma nel caso di cambio della situazione metereologica che si fa, tutti a casa? E in montagna dove la sera cenare fuori è praticamente impossibile? Insomma, come sempre il legislatore pensa di aver risolto un problema con la norma e in verità rischia di crearne molti altri a chi, quella stessa norma, deve applicarla”.
E infine c’è una questione di equità. “E’ incomprensibile che certi obblighi riguardino solo alcune attività - conclude Baratto - perché sottende l’idea che si tratti di imprese non essenziali. Ma stiamo, invece, parlando di una fetta importante dell’economia di questo Paese, di settori che danno lavoro e ricchezza e che da mesi hanno fatto di tutto per poter operare in sicurezza mettendo in campo investimenti importanti. Si doveva evitare di mettere solo sulle nostre spalle il peso di un nuovo obbligo come il Green Pass”.
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