Non sono bastati servizi di Striscia la notizia e Report, centinaia di articoli sulla carta stampata, scandali su truffe ai danni dei cittadini, comunicazioni accorate di appello per trovare una soluzione a una burocrazia che fa male ai cittadini e alle imprese dei viaggi, rimaste inascoltate. Il nodo dei tempi di rilascio o rinnovo dei passaporti italiani, a due anni dall’uscita dell’emergenza Covid, rimane purtroppo scandalosamente inaccettabile. Lo rileva una nota siglata da FTO, la Federazione del Turismo Organizzato aderente al sistema Confcommercio, assieme alle altre organizzazioni imprenditoriali del settore. Che rincara la dose: “Come se non bastasse, anche per l’emissione delle carte di identità elettroniche si verificano problemi analoghi. Il tempo passa, ci si stanca di segnalare e chiedere soluzioni. Ma assuefarsi alla mediocrità vuol dire che l’Italia sta perdendo e noi italiani non dobbiamo permetterlo”.
Il Turismo organizzato, già proiettato sulla vendita delle vacanze estive, a nome dei presidenti delle principali associazioni di categoria, chiede ancora una volta al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi - a cui ha inviato alcuni giorni fa una ulteriore lettera sollecitando un incontro - di intervenire per tutelare il diritto degli italiani di viaggiare e a difesa degli imprenditori del comparto che continuano a perdere fatturato a causa della burocrazia.
Secondo una stima effettuata, i tempi lunghi o lunghissimi per ottenere o rinnovare un passaporto hanno, infatti, mandato in fumo nel biennio 2022-2023 167mila viaggi internazionali per un giro d’affari di 300 milioni di euro.
“Purtroppo, anche la soluzione “Polis”, che riguarda esclusivamente i Comuni con meno di 15mila abitanti, rischia di essere una ulteriore comunicazione priva di efficacia reale e rappresentare solo una proroga di questa agonia legata alla Pubblica amministrazione” si legge nella nota di FTO e delle altre organizzazioni. Franco Gattinoni, presidente Confcommercio, attacca: “Ci vantiamo di avere il passaporto più forte del mondo, peccato che sia una chimera riceverlo a causa della complessità e delle tempistiche per fissare un semplice appuntamento”. Giuseppe Ciminnisi, presidente Fiavet di Confcommercio, aggiunge: “Si sta violando un diritto costituzionale alla mobilità e discriminando i cittadini in base al loro luogo di residenza. Alcune questure, a distanza di pochi chilometri, offrono servizi totalmente diversi, ma con le regole attuali si lavora a compartimenti stagni”.
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