Sono sei milioni gli italiani residenti all’estero, una cifra che sale a 80 milioni comprendendo nel novero anche oriundi e discendenti e addirittura a 260 milioni se si include nel totale il numero degli affini con legami parentali, di quanti parlano la nostra lingua o comunque si sentano particolarmente vicini alla nostra cultura, anche per motivi di lavoro. Tanti di questi, poi, hanno un legame forte con il Veneto, che è stata terra di migranti. Sono cifre che fanno dell’Italia un caso pressoché unico al mondo e che il 2024 – decretato “Anno delle radici italiane” dal Ministero degli Esteri, con tanto di specifico progetto inserito nel PNRR – permette di portare in primo piano. Si tratta insomma - come emerge da una ricerca di Confcommercio in collaborazione con Swg, TRA Consulting, Italyrooting consulting che contiene tre livelli di approfondimento sul cosiddetto turismo delle radici: un’indagine sul valore economico, una ricerca demoscopica su turisti attuali e potenziali e un’analisi qualitativa - di una comunità enorme, che ha voglia di riscoprire le proprie origini e che rappresenta dal punto di vista turistico una domanda potenziale di dimensioni sorprendenti. Con un’ottima capacità di spesa, peraltro, che potrebbe portare al nostro Paese circa 8 miliardi di euro aggiuntivi ogni anno.
Ne discende l’evidente opportunità di realizzare nuovi prodotti turistici capaci di attrarre in maniera specifica un mercato potenzialmente enorme. A questo fine Confcommercio ha programmato nel 2024 una serie di iniziative dedicate a operatori e professionisti che al turismo delle radici vorranno avvicinarsi prendendo parte attiva a progetti di sviluppo delle destinazioni (maggiori informazioni QUI).
Ma torniamo ai numeri, perché citarne alcuni dà veramente la dimensione della potenzialità di questo segmento turistico. Nel 2022 i “turisti delle radici” sono stati ben 10 milioni, il 60% dei quali è venuto o tornato più volte nel corso degli anni. Tre su dieci hanno dedicato al viaggio in Italia una o due settimane, per visitare parenti e luoghi di origine ma anche l’Italia nel suo complesso (il 55% del tempo del viaggio è consacrato proprio a questo). La maggior parte è arrivata con la famiglia preferendo i mesi di giugno e settembre. Il 27% ha pernottato a casa di parenti e amici, mentre il 35% ha puntato sugli alberghi e il 16% su altri tipi di strutture turistico-ricettive. Il budget è stato di 2.300 euro a persona, diventati 3.700 per quanti hanno allungano la vacanza fino a un mese. Interessante notare anche che quando rientra da un viaggio nel nostro Paese l’87% consiglia caldamente le nostre destinazioni turistiche a parenti, amici e conoscenti.
Una sintesi della ricerca relativa al turismo delle radici la trovate QUI.
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