Sembrava potesse essere il momento di una parziale “liberazione” dall’incubo Covid e invece, anche quest’anno, le vacanze di Pasqua rimarranno una chimera. La ripresa molto intensa della circolazione del virus e una campagna di vaccinazione ancora lenta, bloccano partenze e progetti di vacanza. Rassegnazione e realismo dunque sono le due componenti che emergono con chiarezza dall’indagine realizzata a fine febbraio da SWG per conto di Confturismo.
Il 43% degli intervistati avrebbe voluto fare una seppur breve vacanza a Pasqua non si sarebbe comunque mosso dalla propria regione, o al massimo sarebbe andato in una regione confinante pernottando 1 o 2 giorni, prevalentemente in case di proprietà, in affitto o di amici e parenti. L’indice di fiducia si assesta ormai da 3 mesi su valori piuttosto "deprimenti" raggiungendo, a febbraio, quota 50 su 100, 10 punti sotto febbraio 2020. Il 37% degli intervistati dichiara che quest’anno farà meno vacanze dell’anno scorso, annus horribilis per il settore, e la data più probabile della prossima partenza viene identificata a giugno per un primo week end, a luglio per uno short break di 2-3 giorni e ad agosto per una vacanza di almeno 7 giorni.
Patanè: “Il ministero del Turismo è un grande segnale ma bisogna renderlo operativo al più presto”
Commentando i dati dell’indagine, il Presidente di Confturismo, Luca Patanè, ha sottolineato che “dopo oltre un anno di fermo macchina, la ripartenza del turismo – che si allontana di mese in mese – dovrà essere sostenuta e accompagnata a lungo con misure specifiche su credito, fiscalità, lavoro, e con una programmazione adeguata”. “Il nuovo Ministero del turismo è un grande segnale – ha detto Patanè - ma tre mesi per renderlo totalmente operativo sono impensabili, soprattutto ora che il Governo sta intervenendo sul PNRR approvato a gennaio, che al settore dedica attenzione a dire poco marginale”. “Siamo a disposizione del Ministro e del suo staff – ha concluso il presidente di Confturismo - con progetti concreti, non chiacchiere, e con una visione del turismo coerente con quanto il COVID ci ha insegnato, soprattutto in tema di trasversalità al resto dell’economia e di elementi su cui puntare per il rilancio, incluse componenti innovative”.
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